Dare forma alla pietra e al tempo: storia di Gabriele Loi, scultore di Sestu
In due anni ha realizzato 6 quadranti solari, come grandi meridiane, probabilmente più di chiunque in SardegnaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Da 30 anni dà forma alla pietra e al tempo. Gabriele Loi, 51 anni, è uno scultore di Sestu, e detiene un piccolo primato. In due anni ha realizzato 6 quadranti solari, come grandi meridiane, probabilmente più di chiunque in Sardegna. E ora ha anche un sogno. Esporre in un luogo permanente la sua scultura dei 4 mori.
«Quando scolpisco provo una libertà assoluta», racconta dalla sua casa, dove ha un laboratorio. Qui appena può dà sfogo alla fantasia: «Il prossimo progetto è una Madonna del Naufragio, presto avrà la sua casa nel mare di Solanas». Ma la passione è cominciata presto: «Da ragazzino amavo disegnare, poi sono andato a bottega dall’artista Frediano Marras, scultore storico di Sestu. Mi diceva sempre: guarda meglio, impara ad osservare». Nelle strade di Sestu ci sono due capolavori di Gabriele: il monumento a Falcone e Borsellino, nel parco della Legalità, e il gruppo scultoreo dedicato ai genitori, in via san Gemiliano: «La cosa di cui vado più fiero».
Della sua passione ha fatto un lavoro: «Restauro sculture per la ditta Desogus, dove ho potuto crescere tanto». Le sue meridiane invece sono in tutta la Sardegna: «Le vedo un po’ come una risposta alle pietre sonore di Sciola. Il mio maestro fu suo allievo. Mi piacciono perché segnano il tempo. Danno modo di riscoprire un po’ se stessi, sentirsi immersi nel suo scorrere. Una meridiana è un po’ come un fiore di loto, un simbolo di vita», dice, con l’animo da poeta.
Ama ricordare anche la sua Sfera Armillare, una grande meridiana che riproduce l’universo e con cui è arrivato tra i primi 10 al concorso internazionale per progettisti e costruttori di quadranti solari Serafino Zani, nel 2011. E poi ancora tante altre: «Ho avuto il mio periodo Andy Warhol, quando mettevo i grandi occhiali a classici della scultura. E ho dedicato un’opera alla cecità, un volto di donna con un velo su cui ho scolpito una poesia in braille. Dice: Ho rubato metà di questo volto per fare un regalo e ho regalato metà di questo volto alla tua fantasia». Il metodo di lavoro di Gabriele è semplice: «Mi piace fare come Michelangelo, la scultura è già nel blocco, io tolgo solo quello che non serve».
L’ultimo lavoro sono i 4 mori: «Ho usato basalto, e in ogni occhio ho messo un lapislazzulo. Ora vorrei tanto vederla esposta in un posto importante, il sogno sarebbe a Cagliari, accanto al Consiglio Regionale. È il mio omaggio alla forza e all’identità della Sardegna». Come un vero artista Loi non segue un solo sentiero: «Mi lascio ispirare, tutto può essere arte. E in futuro voglio fare cose sempre nuove».