Quarant'anni dopo per non dimenticare. Settimo San Pietro ricorda domani e domenica la famiglia Mura, vittima di una delle più grandi tragedie sulla Statale 131, allora in quel tratto di strada senza lo spartitraffico: Piero Mura, 41 anni, la moglie Anna Maria, 38, i figli Gianvincenzo e Giacomo, restarono vittime del terribile incidente nell'agosto del 1982. A distanza di tanto tempo, Settimo li ricorderà con una mostra fotografica, una messa, una visita alle tombe in cimitero e una mattinata dedicata alla corsa fra le strade del paese. Quella tragedia l'ha ricordata uno dei fratelli di Piero Mura, Claudio, 73 anni, residente in paese.

Erano le 5 della mattina del 30 agosto di 40 anni fa. Claudio Mura, prima metalmeccanico e poi alla Telecom viveva a Milano. Uno dei tanti della famiglia Mura emigrati negli anni Sessanta nel Nord Italia. Claudio, cosa successe? “Squillò il telefono. Dall’altro capo mio fratello Leandro, la voce tremante: E’ successa una tragedia: Piero è morto con Maria e Giacomo. Gianvincenzo è in coma in ospedale. Avverti babbo e gli altri”.

Una notizia terribile sull’asse Settimo-Milano. Claudio Mura, ha le lacrime agli occhi. Racconta con difficoltà. La voce è leggerissima. “Ci siamo ritrovati qualche ora dopo in aeroporto, tutti i Mura che risiedevano a Milano: abbiamo fatto in fretta, siamo saliti su un aereo e ci siamo trovati a Elmas. Siamo stati accompagnati a Sanluri: nel cimitero abbiamo trovato le salme di mio fratello Piero, della moglie Anna Maria, di Giacomo: avevano 41, 38 e 15 anni. Gianvicenzo, 13 anni, campione di atletica, era stato invece ricoverato in ospedale in coma. Potete capire in che condizioni eravamo. Ricordo i funerali, una infinità di gente e di lacrime, le parole del parroco don Carlo Podda, la disperazione di tutti. Io ripartì a Milano. Ma dopo qualche settimana sono dovuto tornare: il 16 settembre è morto anche Gianvincenzo. Proprio il giorno del compleanno del babbo  Piero. Un altro funerale. Altro dolore infinito”.

Questa è la storia che ha segnato la famiglia Mura. “Mia madre – racconta ancora Claudio – non è mai più uscita di casa. La spesa la faceva mio padre. Già, proprio così. Sono morti nel 2003 e nel 2008 segnati da questo enorme dolore”.

E’ stata questa una delle stragi più tremende sulla 131. Era successo di notte all’altezza di Sanluri. La famiglia Mura stava rientrando in auto da Alà dei sardi dove nel pomeriggio Gianvincenzo aveva partecipato ad una gara regionale di corsa campestre. Aveva corso anche Giacomo. Con loro c’era anche una amica, Mirella Deiana, 11 anni,  l’unica che si era salvata dopo un lungo ricovero in ospedale. Tra i primi soccorritori, Sergio  Lai, dirigente di atletica anche lui di ritorno da Alà dei Sardi.

Ai funerali di Gianvicenzo campione, c’erano tutti gli amici di Settimo che allora avevano fatto gruppo con lo sport, cimentandosi in gare di corsa su strada. Nacquero i piccoli campioni che parteciparono a gare anche nella penisola. La scorsa estate, gli amici di un tempo (qualche nome? Ivana Mereu, Barbara Ligas, Ignazino Deiana, il sindaco di oggi Gigi Puddu), decisero di ricordare la famiglia Mura: l’appuntamento è stato fissato per il 19 e al 20 novembre. <Ricordo i funerali- dice Gigi Puddu- : avevo 11 anni, avevamo tutti la divisa della società, ricordo tantissima gente. In quel periodo a Settimo l’atletica leggera piaceva tantissimo. Oggi abbiamo una nuova pista: servirà sicuramente a rafforzare questa passione>. L’appuntamento sportivi di domenica è organizzato dalla “A.S.D. Sevenfit” con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Settimo San Pietro e con l’approvazione del Comitato Regionale F.I.D.A.L.

Claudio Mura, fotografo per passione ha anche allestito una mostra sulla tragedia e sui familiari che non ci sono più. Potrà essere visitata sabato e domenica a Casa Dessì. Sabato alle 18 verrà anche celebrata una messa. Domenica alle 8 la visita in cimitero sulle tombe delle vittime di questa tragedia. Poi, tutti a correre. Previste tantissime iscrizioni con gara amatoriali e di categoria sino ai sette chilometri. Per onorare la memoria della famiglia Mura, a Sinnai è tornato da Torino anche un nonnino maratoneta, Raffaele Floris, quasi 79 anni, che correrà la gara più lunga in programma, quella dei sette chilometri. “Ricordo ancora la tragedia. Gianvincenzo era già un piccolo campione. E' stato tremendo”.

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