Percorsi montani chiusi dalle sbarre e al limite della praticabilità anche per i fuoristrada, difficoltà a portare avanti un programma di manutenzioni anche attingendo dai fondi del proprio bilancio: il Comune medita di uscire dal Parco di Gutturu mannu e di riprendersi il territorio portato in dote al progetto. A far maturare la volontà di volersi tagliare fuori dal Parco, che presto potrebbe arrivare in Consiglio comunale, le difficoltà riscontrate dall’amministrazione comunale nella sistemazione della strada montana di S’enna e sa craba, crocevia delle compagnie locali di caccia grossa, utilizzata anche dagli allevatori che hanno gli ovili in quella zona.

«Eravamo disposti, nonostante la manutenzione della viabilità montana sia in capo a Forestas, a sistemare quella strada con 40mila euro di fondi nostri – racconta il sindaco, Beniamino Garau -, per tutta risposta – due settimane dopo aver comunicato la nostra intenzione, precisando l’urgenza dei lavori -, abbiamo ricevuto una lettera dalla Regione e della stessa agenzia regionale in cui ci veniva richiesto un lungo elenco di documenti, come relazione tecnica, metodologia e tipo di intervento e allegati cartografici. Una beffa, se si considera che – alla fine – si trattava solamente di chiudere le tante buche disseminate lungo il percorso, che rendono la viabilità difficoltosa anche per i mezzi fuoristrada». Garau, inoltre, spiega come sia difficile tenere a freno il malcontento dei tanti frequentatori della montagna, ma anche del Consiglio comunale: «Se approdasse in Aula la proposta di uscire dal Parco credo che in tanti voterebbero a favore, mi chiedo che senso abbia ancora farne parte se le strade restano chiuse dietro le sbarre e non vengono riparate, non un posto di lavoro in tanti anni è sorto grazie a questa riserva, e i vincoli sono di gran lunga superiori ai benefici».

Pietro Frongia, oltre a sedere tra i banchi della maggioranza è anche un cacciatore, e ha un ovile nella zona di Cambarussa: le voragini della strada di S’enna e sa craba le conosce una ad una: «Le sorti di dieci squadre di caccia grossa e di alcune aziende zootecniche sono legate alle condizioni di quella strada, chiusa oltretutto da una sbarra che solo i capocaccia sono in grado di aprire. Il ponte di Cirifoddi della Strada provinciale 1 che collega Capoterra a Santadi è stato riparato dalla Città metropolitana, sistemare questa strada di montagna non interessa a nessuno: forse è giunto il momento di uscire dal Parco, che non ha portato al nostro paese alcun vantaggio». Sul problema interviene anche la minoranza. «Ho ricevuto più segnalazioni dai cacciatori sul problema di quella strada – dice Silvano Corda -, mi chiedo che senso abbia far parte del Parco se la Regione è sorda alle esigenze di un territorio”. L’ex sindaco Francesco Dessì invita il suo successore a dialogare maggiormente con i vertici del Parco: “Bisogna essere più propositivi, solo così si può ottenere quello che spetta a Capoterra, come una porta d’accesso, la valorizzazione degli immobili montani e la creazione di punti di ritrovo per gli escursionisti».

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