Portoghese e il mistero di FacebookSul social network "stati" dal carcere
Albino Portoghese, recentemente arrestato a Panama per traffico di droga, sarebbe in possesso, nella sua cella di un telefono cellulare.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Scrive il giorno del suo compleanno dicendo di stare bene, anche se lo sta trascorrendo in carcere a Panama. "Compio gli anni in cella - dice - ma volevo salutarvi e dirvi che qua è durissima anche se mi trattano bene e mi chiamano 'il Padrino'. A volte mi strappano un sorriso". È il 31 luglio quando il profilo della pagina Facebook di Albino Portoghese, in cella a Panama dopo una latitanza di mesi chiusa con un clamoroso arresto, viene aggiornato con un messaggio per il suo amato quartiere, Sant'Elia.
È il primo di tre "post" pubblicati sul social network. Il sospetto degli inquirenti è che l'ex latitante stia utilizzando un telefono cellulare.
Ma a Sant'Elia raccontano subito un'altra realtà: "Sono i suoi familiari a scrivere per conto suo". I parenti più stretti, a turno, sbarcano nel paese Centroamericano per stare vicini al 43enne cagliaritano. Attraverso il profilo di Portoghese, fanno sapere ai tanti amici che Albino spera di poter tornare quanto prima in Italia e dimostrare la sua innocenza. Questa la versione di amici e parenti, il sospetto è che qualcosa non funzioni nel sistema di controllo del carcere panamense.
Portoghese si trovava in Brasile il 3 febbraio, giorno in cui i carabinieri a Cagliari eseguivano una serie di ordinanze di custodia cautelare per traffico di droga. Era così sfuggito al carcere. La sua latitanza era poi terminata a fine luglio al confine tra Costa Rica e Panama, arrestato dalla polizia di frontiera panamense. Poi la richiesta di estradizione, strada in salita per via dei rapporti tra Italia e Panama.
Pochi giorni dopo il suo arresto è arrivato il primo messaggio sul suo profilo Facebook. Trasmesso tramite cellulare. Questo ha fatto scattare l'allarme tra i Carabinieri, insospettiti dal fatto che Portoghese potesse avere un telefonino in cella.
"Sono i familiari a fare da tramite con il quartiere", hanno ribadito gli amici. Sarebbero parole riferite nei colloqui in carcere e attraverso gli avvocati. E riportate su internet: "Oggi mi hanno trasferito in un carcere di massima sicurezza. Le condizioni sono disumane. Un carcere per 2 mila persone ma ce ne sono 5 mila. La maggior parte dorme in terra. Circolano anche topi giganti. Un saluto a tutti. Qui ci è rimasto solo Dio, spereusu beni ". Per un giorno è circolata anche una sua foto: dietro di lui delle sbarre e la scritta A-10. Forse scattata con un telefonino di un altro detenuto, forse per mostrare che Albino Portoghese sta bene. Ogni messaggio è stato accolto dalla risposta di incoraggiamento di tanti amici "Albi non mollare", "Notte Baffo", "Siamo tutti con te".