«Le politiche di tutela del riccio sono fondamentali, e la maggior parte dei pescatori questa cosa l’ha capita». Ad affermarlo è stato ieri sera, a Santa Teresa Gallura, dov’era presente per l’inaugurazione della sede dell’Area Marina Protetta e per un convegno, l’assessore all’Ambiente, Marco Porcu. Una risposta a distanza alle dichiarazioni di qualche ora prima dell’assessora regionale dell’Agricoltura, Valeria Satta che, al termine della riunione con il Comitato Pesca, aveva dichiarato di essere «favorevolmente convinta che la pesca dei ricci si possa fare tutto l’anno».

«Se domani la risorsa finisce, addio!», ha proseguito a Santa Teresa l’assessore all’Ambiente: «Sì, possiamo fare attività di ripopolamento, ma in quanto tempo siamo in grado di costituire quell’ecosistema? Siamo sicuri che potremmo ricostituire quell’ecosistema che avremo perduto? Probabilmente no! Quindi - ha proseguito l’assessore - parlare di una pesca del riccio senza limitazioni nel corso dell’anno è pericoloso, ma è pericoloso anche per gli stessi operatori economici perché significa che quegli operatori entro un termine di tempo abbastanza breve saranno costretti a dover cambiare la loro attività economica, che è quello che invece una norma di tutela va a salvaguardare».

Diversa dunque la posizione dell’assessore Porcu rispetto della collega dell’Agricoltura Satta, che aveva aggiunto: «Grazie ad un emendamento del Consiglio Regionale quest'anno si è avuta la possibilità, per una stagione, di riaprire, ma ora inevitabilmente si ritornerà alla vecchia normativa. Nell’incertezza della reale esistenza di un’esigenza di salvaguardia dell’eco-sistema marino, a fronte delle numerose difficoltà con le quali devono fare i conti quotidianamente i nostri pescatori, mi esprimo in loro favore cercando, questa volta, una soluzione definitiva. Proporrò pertanto, a stretto giro, un emendamento che consenta la riapertura possibilmente a tempo indeterminato della pesca del riccio».

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