Per prevenire gli effetti da favismo e visti soprattutto i numerosi casi presenti nel territorio, il Comune di Tramatza ha deciso di intervenire con un’ordinanza specifica.

A firmarla è stata la sindaca Maria Sebastiana Moro che ha deciso di intervenire «tenuto conto  - così si legge nel documento - che in merito al favismo nulla è stato previsto con disposizioni generalizzate da parte delle autorità sanitarie centrali e regionali e pertanto si rende necessaria l’adozione di provvedimenti atti a prevenire situazioni di grave pericolo per i cittadini predisposti al favismo».

Nell’ordinanza si legge che è vietato avere piantagioni di fave all’interno dell’abitato ad una distanza di 300 metri da case, scuole e luoghi di culto. Ma non solo. L’esposizione e la vendita di fave fresche deve avvenire obbligatoriamente attraverso il preconfezionamento in contenitori chiusi. È anche vietata l’introduzione di fave, anche preconfezionate, all’interno di istituzioni scolastiche, di edifici pubblici e luoghi di culto.

I titolari di tutte le attività commerciali sia su sede fissa che non, compresi i ristoranti, devono per forza apporre degli avvisi con su scritto che nelle vicinanze sono esposte le fave fresche. Sempre nell’ordinanza la sindaca specifica che i soggetti affetti dal favismo, se esposti anche alla sola percezione dell’odore,  possono sviluppare crisi emolitica.

Tocca alla polizia locale verificare il rispetto delle disposizioni contenute nell’ordinanza comunale pubblicata anche nell’albo pretorio del Comune.

© Riproduzione riservata