Bosa, attesa per il pronunciamento del Tar sull'appalto di gestione per la darsena
Il sindaco Piero Casula passa deciso al contrattaccoSull’appalto della darsena comunale a Bosa non ci sarebbe alcuna retromarcia e volontà di ammettere la correttezza del ricorso dei privati, che ha portato i giudici del Tar alla sospensiva della gara.
Il sindaco Piero Casula passa deciso al contrattacco, confermando come esiste una nota del Demanio che potrà invece favorire il Comune, al fine di ottenere una migliore redditività della darsena.
«La comunicazione è arrivata il 12 settembre, poco più di una settimana fa – evidenzia Casula - a oltre due mesi dalla pubblicazione della gara del 29 giugno e a pochi giorni dalla camera di consiglio del Tar prevista per il 21 settembre. Soltanto questo e il poco tempo a disposizione per le opportune verifiche - precisa il primo cittadino - sono il motivo che ha indotto la responsabile ad annullare la gara in autotutela. Il Demanio ha sollevato due problemi: la superficie demaniale da occupare e la durata della concessione con scadenza il prossimo 31 dicembre».
Secondo gli amministratori il chiarimento su «di chi è l'area espropriata ed escavata sul quale insistono pontili e corpi morti potrà favorire il Comune, al fine di ottenere una migliore redditività della darsena».
«Sulla sospensiva del Tar – sottolinea Casula - il legale del Comune ha prodotto le memorie, evidenziando l'infondatezza del ricorso e chiedendo di rigettarlo in quanto infondato nel merito». Di segno opposto le valutazioni alla Nautica Pinna dove si attende la camera di consiglio del Tar, che agli inizi di agosto aveva ritenuto la sussistenza dell’estrema gravità ed urgenza accogliendo l'istanza di sospensiva della gara.
Daniel Pinna conferma le motivazioni del ricorso e ricorda come il Comune sarà comunque costretto a pagare le spese legali e il contributo unificato di seimila euro, oltre al proprio avvocato. «Non è stato applicato il nuovo codice appalti che entrava in vigore il primo luglio – afferma Pinna - e inoltre la nostra esclusione dalla gara perché dal Comune, come riconosce il Tar, era stata proposta una clausola che non consentiva di partecipare a quanti avessero avuto dei contenziosi con il Comune negli ultimi 10 anni. Altra motivazione importante - fa notare Pinna - è l’antieconomicità del bando, in quanto la società vincitrice non potrebbe neppure pagarsi le spese generali».
Sul bando di gara da oltre un milione di euro per 48 mesi anche la minoranza è sul piede di guerra. «Stiamo chiedendo l’accesso agli atti per consultare i documenti - spiega Rosalia Acca – di una questione che ha troppi risvolti da chiarire».