Fino al 31 marzo resta lo stato di emergenza relativo alla pandemia da coronavirus. La proroga è stata decisa ieri dal Governo che però non impone l’uso delle mascherine anche all’aperto. Scatta invece da oggi l’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione da parte di forze dell’ordine, personale delle scuole e i non sanitari impiegati nel settore della salute (mentre medici e infermieri devono fare la dose “booster”). E quelli che in Sardegna preferiscono vedersi sospesi dal lavoro, con sospensione dello stipendio, pur di non effettuare l’iniezione si calcola che siano circa 2mila, con inevitabili ripercussioni su organici che già sono in numero ridotto.

In particolare, nel settore scolastico, finora i docenti senza vaccino si sono presentati in classe con l’esito negativo di un tampone, quindi numeri ufficiali non ce ne sono ma la percentuale di vaccinati tra insegnanti e Ata si aggira intorno al 95 per cento. Pochi i docenti che hanno rifiutato l’immunizzazione per una questione “di principio”.

Proprio ieri il ministero dell'Istruzione ha inviato una circolare alle scuole per illustrare l'accesso al nuovo strumento che servirà ad agevolare i dirigenti scolastici nelle necessarie verifiche. È previsto anche un sistema di alert che consentirà di conoscere automaticamente i mutamenti dello stato di vaccinazione del personale. Mentre tra le forze dell'ordine (polizia, carabinieri, finanzieri e Forza armate) i vaccinati dovrebbero essere in media tra l'87 e il 90%, facendo un calcolo sommario, nell'Isola in queste categorie quelli non immunizzati dovrebbero essere 700/800.

Per il settore sanitario, “meno di un centinaio sono i medici in Sardegna già sospesi dal servizio”, dice il presidente dell'Ordine di Cagliari Giuseppe Chessa.

(Unioneonline)

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