Pianificava di avvelenare le acque a Macomer, assolto “per non aver commesso il fatto”
La decisione emessa stamattina, con anche la restituzione di tutto il materiale sequestrato nel corso delle indaginiÈ stato assolto “per non aver commesso il fatto” Amin Al Haj, l’uomo accusato di aver tentato di avvelenare le acque a Macomer e di far parte dell’Isis.
Al Haj – profugo palestinese il Libano ma di origini saudite - era stato arrestato a Macomer nel corso di uno spettacolare blitz avvenuto per strada. Era il settembre 2018 e l’uomo, che si era trasferito nel Marghine con la moglie, di nazionalità marocchina, e i quattro figli, era finito al centro di una serie di indagini partite da una segnalazione dell’Interpol e delle autorità palestinesi secondo le quali in Sardegna era arrivato un individuo ritenuto pericoloso. La Digos aveva allora cominciato a tenere d’occhio Al Haj, sottoponendolo anche a intercettazioni. In pochi mesi era stato raccolto materiale sufficiente per l’arresto.
Da quanto emerso, faceva parte dell’Isis e stava pianificando lo sversamento di ricina – un veleno - nelle falde acquifere, nelle condutture e negli acquedotti di Macomer. La sostanza tossica avrebbe provocato la morte di chiunque ne fosse venuto a contatto. Il piano B era invece quello di utilizzare l'antrace o i pesticidi Methomyl e Lannate 90.
I magistrati avevano considerato quel progetto in quanto tale, quindi un semplice atto preparatorio, ma resta il fatto che l’uomo è stato considerato affiliato all’organizzazione terroristica in cui, secondo gli inquirenti, era entrato su pressione da parte di un cugino.
In un campo profughi in Libano, aveva organizzato un attentato insieme a un parente: obiettivo era una caserma dell’esercito, lo strumento la ricina. Ma il piano era andato in fumo e Al Haj aveva quindi raggiunto la Sardegna attraverso un permesso di soggiorno. Poi l’acquisto su internet del pesticida Metomil e l’inizio della conservazione dei semi da cui ricavare poi la ricina.
Dopo l’arresto era anche emerso che aveva già prelevato i suoi risparmi – poco meno di 6mila euro – e stava tentando di procurarsi un passaporto. Progetti interrotti dal blitz del Nocs andato in scena a Macomer.
Il legale dell’uomo, Angela Luisa Barria, ne aveva chiesto l’assoluzione, così come il pm Guido Pani.
(Unioneonline)