Stipendio ridotto, orario dilatato. Quando hanno detto "no" a queste condizioni lavorative sono state sostituite su due piedi, dalla sera alla mattina. A raccontarlo sui social è un gruppo di cameriere al piano, ex dipendenti di un resort nella zona di Cala Gonone, nel quale sono state impiegate per oltre 20 anni. Sono una sessantina e hanno deciso di non stare in silenzio ma, anzi, di diffondere la loro vicenda che ha raccolto già centinaia di like e condivisioni. Una storia che ha varcato i confini dell'Isola.

"Nonostante il lavoro di fatica, non ci mancava mai il buonumore e il senso dell'umorismo ci siamo inventate persino una laurea in 'gabinettologia' - ironizzano nel loro post su Facebook - I clienti e la direzione erano soddisfatti e noi con loro. A ottobre 2019 veniamo a sapere che il 'nostro' villaggio avrebbe cambiato gestione e pur con tanti dubbi abbiamo provato ad essere ottimiste: siamo state riconfermate come gruppo dei piani, ma poco dopo c'è stato l'arrivo del Covid".

Quando a giugno le porte sono state riaperte "veniamo a sapere che le condizioni contrattuali sono cambiate - proseguono le cameriere -: più ore e meno paga, orario full time per tutte, prendere o lasciare. Molte di noi si sono rifiutate, le più temerarie hanno accettato, ma dopo 12 giorni di lavoro hanno rassegnato le dimissioni: le condizioni contrattuali non venivano rispettate".

"Altre donne senza troppi scrupoli prendono il nostro posto e noi restiamo basite davanti a questa ingiustizia. Magari sono le stesse donne che l'8 marzo vanno a festeggiare non si sa bene cosa, magari non sanno che quella data esiste per una tragedia consumatasi nel 1908 in una fabbrica dove 129 donne muoiono arse vive nel tentativo di migliorare le loro condizioni". E si chiedono "se queste donne conoscano queste e mille altre storie di scioperi e lotte per i diritti di tutti i lavoratori" e ancora: "È giusto che nel nostro territorio arrivi personale da fuori disposto a farsi sfruttare al nostro posto? Non ci interessano i conflitti politici - concludono - vogliamo solo provocare una seria riflessione perché questa situazione non diventi una regola".

Sulla vicenda è intervenuta anche Maria Itria Fancello, sindaco di Dorgali: "Negli ultimi 30 anni - dice - abbiamo assistito a un progressivo e incessante peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti. Contratti con sempre meno tutele, condizioni economiche talvolta non consone. Chi reagisce, ribellandosi a questo sistema, ha il mio massimo rispetto e il mio appoggio, perché è grazie a chi ha il coraggio di protestare che si ottengono i cambiamenti".

"Allo stesso tempo - aggiunge - non mi sento in alcun modo di biasimare chi, avendo necessità di lavorare, accetta condizioni più svantaggiose. Le scelte personali vanno rispettate, tutte. Auspico piuttosto un intervento del legislatore affinché si mettano nuovamente al centro della discussione politica i diritti dei lavoratori dipendenti, e nel contempo si aiutino le imprese riducendo il costo del lavoro per le stesse".

(Unioneonline/s.s.)
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