Dal cuore della Sardegna al centro dell'Universo. La scoperta delle onde gravitazionali, il fenomeno per il quale tre fisici americani, Rainer Weiss, Barry Barish e Kip Thorne hanno vinto il premio Nobel per la fisica, promette di dare un impulso importante alla ricerca sulle origini e la natura dell'Universo. Ebbene, l'Isola potrebbe ambire a un ruolo di primo piano nel nuovo scenario che si è aperto nel campo della ricerca scientifica ad altissimo livello.

I TUNNEL - Le onde gravitazionali sono state osservate per la prima volta nel 2015 grazie a due interferometri in funzione negli Stati Uniti (Ligo) e, nell'agosto scorso, in un centro nei pressi di Pisa (Virgo). Si tratta di strutture composte da due tunnel in superficie, lunghe tre chilometri e collegate perpendicolarmente a "L". Un raggio laser viene diviso da una serie di specchi e inviato nei tunnel. Se non ci sono onde gravitazionali i raggi impiegano lo stesso tempo per giungere in fondo. In caso contrario uno dei due tunnel si allunga e il raggio impiega una frazione di tempo in più. È l'effetto delle onde gravitazionali capaci di "perturbare" lo spazio-tempo. Le aveva teorizzate cento anni fa Albert Einstein: non erano state mai osservate.

L'IMPATTO - Si tratta di radiazioni provocate, come per l'osservazione più recente, dallo "scontro" di due stelle di neutroni avvenuta a 130 milioni di anni luce dalla Terra. Onde che provocano "allungamenti" dello spazio-tempo dell'ordine di un miliardesimo di metro. Per approfondirne lo studio, quindi, occorrono strumenti ancora più sofisticati.

SOS ENATTOS - Così la Comunità scientifica internazionale ha deciso di costruire una rete mondiale di interferometri di seconda generazione, uno dei quali in Europa. Si sono fatte avanti tre nazioni: Italia, Olanda e Ungheria. L'Italia ha già trovato un sito idoneo, la vecchia miniera metallifera di Sos Enattos, tra le montagne di Lula. È lì che, su iniziativa dell'Università di Sassari, è stato allestito un laboratorio che sta lavorando alla caratterizzazione del sito. "È un'intuizione che abbiamo avuto un anno fa - spiega il rettore Massimo Carpinelli e che siamo riusciti a realizzare grazie a un finanziamento della Regione e con la collaborazione dell'Infn, l'Istituto nazionale di fisica nucleare". E ancora: "Abbiamo anche iniziato i rilevamenti propedeutici in vista dell'installazione di uno dei nuovi interferometri".

IL SITO - Una scelta lungimirante che mette l'Italia in pole position rispetto alle altre candidate. "Il sito di Sos Enattos - conferma Alberto Masoni, direttore della sezione di Cagliari dell'Infn - ha tutti i requisiti richiesti e potrebbe essere la carta vincente per ottenere l'affidamento del progetto. Si tratta di realizzare una grande struttura sotterranea composta da tre gallerie collegate a triangolo e lunghe dieci chilometri ciascuna, che deve essere perfettamente isolata, nessun rumore, stabilità geofisica e sismica, lontano dal mare perché anche le vibrazioni provocate dalle onde potrebbero inficiare le osservazioni. Caratteristiche che - rimarca Massimo Carpinelli - nel nostro sito sono state testate già da tempo".

I TEMPI La comunità scientifica mondiale si è presa due anni di tempo per scegliere tra le candidate. La costruzione dell'interferometro, un miliardo e mezzo di euro, richiederà una decina di anni. In gioco un'opportunità unica: diventare un nodo importante di un progetto di ricerca mondiale e opportunità di lavoro.

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