«Non era amore, voleva solo i miei soldi»: la struggente testimonianza di Roberto Cazzaniga al processo
La deposizione del pallavolista al centro dell’inchiesta: per 15 anni sarebbe stato convinto di avere una relazione con una top-model, due donne accusate di truffaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Eravamo fidanzati e diceva di amarmi, ma che soffriva di una grave patologia cardiaca congenita che le ha impedito per anni di incontrarmi. Così ha iniziato a chiedermi i soldi per curarsi e, quando sollevavo qualche resistenza, diceva che la facevo sentire male e minacciava di uccidersi». Seduto sul banco dei testimoni, per due volte, il pallavolista Roberto Cazzaniga non ha retto all’emozione e si è messo a piangere, ma alla fine ha confermato – punto per punto – le accuse contro l’ex amica Manuela Passero e Valeria Satta, di Capoterra, accusate di averlo truffato per anni così da sottrargli tutti i risparmi guadagnanti nelle stagioni da professionista in Serie A e in Nazionale.
Il dibattimento
Si è aperto ieri davanti al giudice del Tribunale di Cagliari, Roberto Cau, il dibattimento del processo che vede impegnate le due donne accusate di truffa. La vicenda era emersa nell’autunno 2021 grazie alla trasmissione “Le Iene”. Lo sportivo, all’epoca 43enne, rivelò pubblicamente la sua disavventura: per 15 anni sarebbe stato convinto di avere una relazione con la top-model brasiliana Alessandra Amoroso, pur mai incontrata, il cui contatto (si faceva chiamare “Maya”, che in realtà sarebbe stata Valeria Satta) gli sarebbe stato fornito dall’amica Manuela Passero. Con l’inganno le due donne gli avrebbero portato via 700mila euro, compreso anche l’acquisto di una autovettura. A difendere Satta e Passero ci sono le avvocate Elisabetta Maura, Romina Usai e Greta Maria Marchesi, del foro di Modena. Roberto Cazzaniga si è costituito parte civile con il legale Paola Di Sotto, mentre l’avvocato cagliaritano Michele Pilia assiste una giovane a cui sarebbero state sottratte delle foto. Nell’udienza pre-dibattimentale il giudice aveva rigettato la richiesta di messa alla prova dell’imputata di Capoterra a causa del mancato risarcimento.
La testimonianza
E ieri, aperto il dibattimento, per quasi quattro ore il pallavolista ha risposto alle domande del pm e degli avvocati. «Le richieste di denaro sono andate avanti dal 2008 al 2021», ha ammesso lo sportivo, «oltre che su carta prepagata, anche con giroconto e bonifico. Alla fine mi indebitavo io, chiedendo soldi ad amici e conoscenti. Quando chiedevo a Maya di restituirmeli, tirava fuori un sacco di problemi e andava su tutte le furie perché le servivano per i medicinali, dunque dovevo elargire somme di denaro affinché lei continuasse a vivere». Il pallavolista ha poi ammesso che, nonostante non l’avesse mai vista, con la modella (che per l’accusa sarebbe la Satta sotto mentite spoglie) si era formata una relazione durata anni, con anche dell’intimità. Tutto, ovviamente virtuale. Si prosegue ad aprile.