Sfregiare Barumini, la grande Reggia, è come "accoltellare" al cuore una grande Civiltà, quella nuragica. Oliviero Toscani, il padre del "foto-shock" per eccellenza, non avrebbe avuto dubbi: per far capire quel che sta avvenendo simulate un "pugnale eolico" conficcato sul proscenio del grande nuraghe. In Sardegna, però, in queste dolci colline della Marmilla, tutte grano e nuraghi, non serve nessuna alterazione della realtà. Ogni immagine shock verrebbe sopraffatta dalla realtà. Basta sfogliare le migliaia di pagine dell'assalto più cruento alla storia dei Sardi, depositate al "Ministero di Attila", quello della fantomatica Sicurezza Energetica, per rendersi conto di quel che sta per accadere davanti a quel monumento di incommensurabile magnificenza eretto 3.500 anni fa dagli antenati del Popolo Sardo.

Civiltà sotto attacco

La pretesa del progetto è devastante, non solo per Barumini e dintorni, ma per l'intera civiltà nuragica: «Costruzione ed esercizio di un impianto di produzione di energia da fonte eolica denominato "Luminu" costituito da 17 aerogeneratori, ciascuno di potenza nominale pari a 6,6 megawatt, per una potenza complessiva di 112,2 megawatt, da realizzarsi nei comuni di Barumini, Escolca, Gergei, Las Plassas, Villanovafranca». In un batter d'occhio quel "paesaggio" nuragico trasformato in una sorta di "petrolchimica eolica", un orizzonte di grano e storia trasfigurato in un paesaggio industriale, capace di stravolgere per sempre quell'habitat millenario, dove la storia non si racconta, si respira.

Non è foto-shock

Non c'è foto-shock che tenga dinanzi alla "restituzione" realistica di quelle gigantesche pale che una società "in serie", schedata con un numero, «Grv Wind Sardegna 6 S.r.l.», ha deciso di conficcare nella terra di Barumini. Lo sfregio sarebbe senza appellativi, anche i più forti sarebbero inadeguati. I "novelli signori del vento", venuti dalla Padania, sbarcati nella terra de su "professori de is perdas beccias", il professore delle pietre antiche, il padre della civiltà nuragica, il Sardus Pater Giovanni Lilliu, non sono abituati a bussare quando varcano la soglia della storia. Hanno osato dove mai nessuno sino ad oggi lo avrebbe potuto nemmeno immaginare. Se ne sono fregati di promontori e paesaggi, colline e siti nuragici. La prudenza non è nelle corde di chi ti sfonda a calci la porta di casa, ignorando quella d'ingresso al Pantheon primordiale della civiltà sarda, monumento riconosciuto dall'Unesco tra i Patrimoni dell'Umanità. Il riconoscimento è scolpito nelle motivazioni più prestigiose: «Nuraghe di Barumini, Eccezionale Valore Universale».

Rango Universale

I criteri alla base della decisione di rango mondiale sarebbero dovuti essere un deterrente per chiunque: «Il sito archeologico di Su Nuraxi di Barumini è l'esempio preminente e più completo della notevole architettura preistorica nota come nuraghi. Su Nuraxi di Barumini è un'eccezionale testimonianza della civiltà sarda dell'età del bronzo e dell'evoluzione delle condizioni politiche e sociali di questa comunità isolana preistorica nel corso di molti secoli. La proprietà di Su Nuraxi di Barumini è l'eccezionale esempio di nuraghe, strutture difensive megalitiche uniche e insediamenti associati che illustrano l'uso fantasioso e innovativo dei materiali e delle tecniche che ebbe luogo nella società preistorica insulare della Sardegna nell'età del bronzo medio-tardiva». Niente da fare. L'assalto eolico a questa terra millenaria, carica di storia e prestigio, non si è fermato nemmeno davanti a tanta immensità. Qui, alle soglie del più celebre dei monumenti dell'antica Civiltà Sarda, si sta scrivendo una delle pagine più buie e inquietanti dell'azzardo eolico nell'Isola dei Nuraghi.

Trentatré pale

Alle diciassette pale ciclopiche di "Luminu" davanti alla Reggia di Barumini, vanno aggiunti altri nove "spazzavento d'altura", per altri 59,4 megawatt del progetto denominato "Planu Serrantis", conficcato tra i Comuni di Selegas, Gesico e Mandas" le cui osservazioni del pubblico sono scadute lo scorso due agosto, segnale eloquente che a Roma, sul piano autorizzativo, niente si è fermato. Ai primi due insediamenti eolici si deve aggiungere anche l'impianto a vento denominato "Su Murdegu": altri 7 aerogeneratori per una potenza di 42 MW, da "piantumare" nel territorio del Comune di Villanovafranca. In tutto trentatré grattacieli d'acciaio, tutti oltre i 200 metri d'altezza, da sistemare in un'area che attraversa i brulicanti territori di Barumini, Escolca, Gergei, Las Plassas e Villanovafranca. Un vero e proprio "agguato" all'intera Marmilla, capace di stravolgere in un sol colpo un paesaggio pianeggiante e sinuoso destinato a perdere per sempre quella linea d'orizzonte così unica ed esclusiva. I progetti presentati al Ministero della "speculazione eolica" hanno tutti un comune denominatore: la società Grv Wind Sardegna. Annotazione societaria: l'ennesimo contenitore d'affari, da consumare tra Nuraghi e oasi naturalistiche uniche al mondo come l'altopiano della Giara, è destinato ad infliggere uno sfregio imponente e senza precedenti. Jet privati & affari Come spesso capita, però, dietro queste scatole cinesi ci sono storie da brividi, con partite finanziarie tutte da raccontare, tra voli su jet privati verso la Tunisia con "carico pesante", finiti nelle inchieste più scottanti, sino alla registrazione di ben sette società, tutte da "quattro soldi", appena dieci mila euro ciascuna. Tutte rigorosamente registrate in Lombardia, ognuna con la premessa "Grv Wind Sardegna", ovvero affari nel nord Italia, ma vento da "affettare" nella Terra dei Nuraghi.

Surreale & reale

In questa storia surreale tutto diventa drammaticamente reale quando si scorre il protocollo del "Palazzo" più potente, quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Da settimane in quelle scrivanie cova una "sentenza", quella dello Stato sul più devastante dei tre progetti, quello che riguarda il territorio comunale di Barumini. Impossibile credere a cotanto misfatto, ma il Governo è chiamato a decidere sulle sorti di un monumento millenario, simbolo della grande civiltà del Popolo Sardo. Da dirimere c'è il contenzioso tra il Ministero che fu dell'Ambiente e quello dei Beni Culturali. Il primo, senza pensarci su due volte, ignorando 3500 anni di storia, ha detto sì alla devastazione dell'orizzonte della Reggia nuragica, il secondo un secco no, con un giudizio così severo che avrebbe dovuto indurre chiunque ad una posizione di buon senso e di responsabilità. Invece, niente. È uno Stato bifronte, da una parte carnefice e affarista, dall'altra responsabile e attento. Il Governo Meloni, però, seguendo la "folle" filosofia del Governo Draghi ha sancito la scorsa settimana un principio degno dei regimi "talebani", pronti a devastare il patrimonio storico in cambio di potere e supremazia.

Prevalenza scempio

Con il decreto legislativo sul Testo Unico delle Rinnovabili ha ribadito che le energie rinnovabili hanno una "prevalenza" assoluta su paesaggio e beni culturali. Una premessa che mal si concilia con la speranza di salvare la grande "Reggia" di Barumini. Tutto questo nonostante il Ministero dei Beni Culturali, con la più alta delle Soprintendenze, abbia messo nero su bianco un epitaffio irreversibile contro quell'accoltellamento eolico in terra sarda: «Appare chiaro che la vicinanza dei 17 aerogeneratori di altezza pari a 200 m comporterebbe un irrimediabile impatto negativo su un paesaggio e su un patrimonio culturale di grande rilevanza per l'intera Isola, in quanto l'incombenza delle torri eoliche sopprimerebbe l'integrità e l'equilibrio paesaggistico ad oggi ancora esistente tra i beni culturali diffusi nell'agro, i piccoli abitati storici ed il territorio agricolo e naturale di riferimento».

Sfregio sulla Reggia

La simulazione dell'impatto, redatto dai progettisti dello sfregio, dimostra, senza appello, la devastazione dell'insieme territoriale inquadrato proprio dalla cima de "Su Nuraxi". E la Soprintendenza Speciale del Pnrr lo scolpisce nel suo parere: «Come risulta dall'analisi delle intervisibilità e dalle relative distanze degli elementi dell'impianto dai siti archeologici e dai beni culturali architettonici, la presenza incombente degli aerogeneratori non lascerebbe scampo al permanere, ancora oggi immutato, della fruibilità paesaggistica dei sistemi insediativi storici e delle loro relazioni significanti con il paesaggio di riferimento, in considerazione di un territorio collinare e ad altopiano caratterizzato da numerosi punti panoramici dai quali si godono ampie vedute». Come dire, se andate avanti con quei progetti, "il pugnale eolico" sfregerà per sempre la storia della Sardegna, a partire dal più universale dei suoi monumenti, la Reggia Nuragica di Barumini, il primo simbolo della grande Civiltà antica del Popolo Sardo.

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