Dovrà pagare al Ministero della Difesa oltre 258mila euro, più interessi e rivalutazione, perché accusato di aver percepito illegittimamente, tra il 2015 e il 2021, gli indennizzi riconosciuti ai pescatori che vengono penalizzati dalle esercitazioni per la presenza del poligono di Capo Frasca. Gianluigi Lampis, 60 anni di Arbus, è stato condannato dalla Corte dei Conti al termine di un processo davanti al collegio presieduto dalla giudice Donata Cabras, affiancata dai colleghi Tommaso Parisi e Valeria Mistretta.

Il pescatore, titolare di un’impresa, è stato assistito dall’avvocata Rita Sanna: secondo l’accusa avrebbe percepito gli indennizzi attraverso una linea di credito intestata al Comune di Arbus.

Il procedimento erariale era nato da una denuncia della Sezione operativa navale della Guardia di Finanza che riguardava una serie di società che si erano viste riconoscere i soldi per le limitazioni all’attività di pesca. I destinatari – secondo la norma – dovevano essere operatori professionali, iscritti al registro dei pescatori marittimi, e che avessero comprovato un’attività per almeno 120 giorni nelle zone interessate al poligono.

Stando agli accertamenti Lampis sarebbe risultato dipendente di una cooperativa infermieristica, mentre alcuni dei pescatori imbarcati non sarebbero risultati iscritti alla previdenza. Da qui la decisione di condannarlo a risarcire il Ministero dei soldi percepiti per l’attività militare. 

Francesco Pinna 

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