Tutti i pomeriggi, e la domenica per tutto il giorno, c'è una persona a Spadula, nelle campagne di Gonnosfanadiga, che mette il suo tempo a disposizione della comunità. Si chiama Claudio Porta, è un allevatore e agricoltore, ha sessant'anni e oltre a curare la chiesa di San Giacomo e il giardino antistante, si occupa delle visite guidate al tempio a megaron, tutto in maniera gratuita. «Amo questo posto – dice – e non mi pesa curarlo. Sono molto credente e vengo volentieri in chiesa. Mi occupo della cura e della pulizia dell'edificio, mi dedico anche al giardino della piazzetta. Inoltre sono io che apro e chiudo le porte della chiesa per permettere ai fedeli di pregare». Non un incarico da poco ma che Porta può svolgere quotidianamente grazie alla vicinanza dell'edificio religioso di San Giacomo ai suoi terreni in cui pascola le mucche insieme al figlio. A pochi metri dalla chiesa c'è il tempio nuragico: Porta, qui, è la guida turistica per eccellenza. «Penso che far scoprire alle persone il tempio di Gonnosfanadiga sia necessario», dice: «Nel mio piccolo cerco di contribuire alla promozione del turismo culturale partendo proprio dal mio paese».

Due ore di visita - Le visite guidate con Claudio Porta durano circa due ore e sono piene di informazioni storiche: funzioni degli edifici, materiali, ritrovamenti e campagne di scavo. Aspetti di cui parla con competenza e passione: «Prima di dedicarmi definitivamente al mondo dell'agricoltura e dell'allevamento – racconta – sono stato per anni responsabile di scavi archeologici e ho insegnato nelle scuole di scavo». Durante le visite guidate Porta non si limita a mostrare la chiesa e il tempio di cui conosce ogni dettaglio, ma ha creato un vero e proprio deposito di materiali: «Per me è molto prezioso. Qui ci sono pietre che venivano usate come pestelli e addirittura manici di qualche brocca». Al termine della visita guidata il sessantenne non lascia nessuno a mani vuote e regala a ogni partecipante una piccola pagnotta con impresso il simbolo di sa pintadera, uno tra i più importanti simboli della Sardegna nuragica: anticamente veniva usata per marchiare il pane, benedirlo e allontanare le energie negative dal cibo.

Il supporto dei familiari – Tra i familiari di Porta nessuno è contrario a questa sua passione che pure toglie del tempo alla famiglia. Anzi, spiega lui, «quando possono vengono ad aiutarmi o a farmi compagnia. La scorsa domenica, per esempio, mio nipote di soli tre anni ha voluto fare una visita guidata completa insieme a dei visitatori».

Johanne Cesarano 

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