Ieri, a Guspini, la Piazza Monumento risuonava al ritmo di “Un violador en tu camino, el violador eres tú”. L'inno, traducibile come “Lo stupratore nel tuo cammino, lo stupratore sei tu”, è stato intonato per la prima volta dalle donne cilene nel novembre 2019, durante una rivolta nazionale contro la diseguaglianza sociale. Questo grido di protesta contro la cultura dello stupro e lo stigma sulle vittime è stato adottato globalmente da gruppi che difendono i diritti delle donne.

«Il colpevole sei tu, non è colpa mia, né di dove ero, né di cosa indossavo». Queste parole, cariche di significato, risuonavano ieri, sabato 2 dicembre, quando i membri dell'associazione culturale Rivivisci - Polo Culturale le hanno riproposte in piazza. È stata la seconda esecuzione dopo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre scorso. L’obiettivo era quello  di denunciare le recenti uccisioni di altre due donne, vittime di uomini, a seguito della tragica scomparsa di Giulia Cecchettin, ritrovata morta il 18 novembre scorso. Giulia era scomparsa insieme al suo ex fidanzato, ora indagato, Filippo Turetta. «Dobbiamo fare rumore come ha chiesto Elena Cecchettin, la sorella di Giulia. Avevamo promesso che toccandone una, ci saremmo mosse per tutte, e così è stato. Abbiamo organizzato l’evento in pochissimo tempo e continueremo ad essere vigili». Così Rosa Carta, membra dell'associazione.

Durante la performance, venivano suonati tamburi e percussioni, e con i fischietti si faceva tanto rumore. Alcune auto rallentavano per ascoltare, mentre molti cittadini incuriositi si fermavano ad osservare. Il testo denunciava come purtroppo le istituzioni possono sostenere le violazioni sistematiche dei diritti delle donne, e i ragazzi continuavano a fare rumore. Sillabato rumorosamente, anche lo slogan «Siamo il grido autentico e feroce di tutte quelle donne che non hanno più voce» ha fatto parte della serata.

Purtroppo, negli ultimi giorni, altre due donne hanno perso la vita ingiustamente. Il 28 novembre, Meena Kumari, 66 anni, di nazionalità indiana, è stata uccisa a colpi di mazza da baseball nel centro di Salsomaggiore Terme; suo marito è stato poi arrestato dai carabinieri. Nello stesso giorno, Vincenza Angrisano, 42 anni, di Andria, è stata uccisa da suo marito Luigi Leonetti, che ha poi confessato il delitto al 118. Ma la lista delle donne uccise ogni anno è sempre più ampia, alcune nel giorno della festa della donna o in uno qualsiasi tra le mura domestiche o per strada. Con pistole o fucili, accoltellate, magari uccise perché non disposte più a tollerare un rapporto violento e possessivo, che di amore non ha proprio nulla. Con la speranza che la violenza si plachi e la giustizia faccia il suo corso, l'associazione Rivivisci - Polo Culturale promette di scendere in piazza a gridare rabbia e indignazione per denunciare qualsiasi altra forma di violenza di genere. Per questo motivo, l'associazione assicura: «Daremo voce alla piazza con interventi e richieste concrete, vista l'urgenza che aumenta ogni giorno di più».

© Riproduzione riservata