Esposte 15 sculture tra le più importanti del percorso dell'artista toscano, affiancate da oltre cento tra disegni e opere grafiche, eseguiti tra il 1937 e il 1979 (l'anno prima della morte), mentre una rassegna parallela presenterà le opere di artisti contemporanei di rilievo internazionale sviluppate sullo stesso tema. Intitolata 'Cavalli e Cavalieri. Marino Marini - Post Scriptum', l'importante esposizione è stata curata, con Alberto Salvadori, dal direttore del Man Lorenzo Giusti, che ha approntato un progetto in sintonia con le nuove linee d'azione del museo nuorese. Vale a dire la messa a punto di mostre incentrate sui maestri italiani del XX secolo con un occhio alla produzione contemporanea internazionale. La scelta di Marini quale apripista del nuovo corso espositivo del Man ha anche una forte attinenza con la cultura sarda. Il tema amato e caparbiamente perseguito dal maestro durante l'intera sua carriera è infatti quello dei cavalli e dei cavalieri che, dice Giusti, "nelle sue diverse declinazioni, tocca tradizioni profondamente radicate in tutto il territorio dell'isola". Il progetto espositivo, prosegue il direttore del Man, si avvale della collaborazione della Fondazione Marino Marini di Pistoia e del Museo Marino Marini di Firenze e "nasce dalla constatazione di un diffuso ritorno di interesse per l'opera dell'artista e da una riflessione condivisa sull'importanza cruciale del motivo del cavallo con cavaliere nella vicenda dello celebre scultore toscano". E, d'altro lato, anche se Marini non ha mai operato in Sardegna, "la sua esperienza artistica costituisce ancora uno dei maggiori riferimenti, non soltanto per la celebrità del suo percorso, ma anche in virtù del suo ruolo di insegnante all'Isia di Monza, frequentata, all'inizio degli anni '30, dai sardi Salvatore Fancello, Costantino Nivola e Giovanni Pintori". Per quanto riguarda 'Post Scriptum', la mostra parallela a Marini, essa presenta le opere di artisti di diversa generazione e provenienza, tra i quali Alberto De Michele, Tue Greenfort, Pietro Mele, Anri Sala, Carolina Saquel, Nedko Solakov, Salla Tykka. I lavori selezionati, per quanto diversi gli uni dagli altri per modalità operative, sensibilità e finalità, condividono il riferimento alle figure del cavallo e del cavaliere, soggetti ancora capaci di evocare specifiche suggestioni e di farsi interpreti privilegiati della realtà presente.
© Riproduzione riservata