Appuntamento a Nora, in una sera di agosto, per mettere nero su bianco l’intenzione di battersi insieme con tutte le forze per tutelare il paesaggio. Un’unica assemblea per cinque Comuni che provano a resistere a interessi voraci, messi in campo in nome della transizione ecologica: giusto farlo in un sito archeologico straordinario, fra rovine affacciate da secoli su un mare dalla bellezza struggente, guardando un orizzonte minacciato dall’ombra di torri eoliche gigantesche. Perché la posta in palio è altissima e ciò che si farà o non si farà avrà ricadute a lungo, lunghissimo termine. E ha ottenuto un grande successo di partecipazione. Missione compiuta.

Le assemblee

L'idea è del sindaco di Pula, Walter Cabasino: convocare tutti i Consigli comunali dei paesi affacciati lungo la costa. Si va da Sarroch, con la sua raffineria, a Teulada, con il suo poligono militare. In mezzo Pula, Villa San Pietro e Domus De Maria, territorio capace di attirare turisti da mezzo mondo. «Dobbiamo condividere assieme questa criticità», spiega Cabasino: «Ho invitato sia i sindaci dell’Unione dei Comuni Nora-Bithia sia altri che vogliano intervenire. Ho voluto che ci fossero anche i comitati costituiti per opporsi all’assalto: hanno elaborato idee, attivato dibattiti, avanzato proposte. Tutto dev’essere ora ricondotto in un alveo istituzionale per dare potere maggiore alla Regione e ai Comuni».

Pula, prosegue il sindaco, si batte «per evitare l’installazione di 93 enormi torri eoliche alte 280 metri a 12 miglia dalla nostra costa: sarebbero visibili, deturperebbero il paesaggio, un bene non negoziabile per il nostro territorio, dove insistono un importante sito archeologico, aree di interesse comunitario, due parchi (Geominerario e Gutturu Mannu, tre tappe di tre cammini (Francescano, Sant’Efisio e delle Cento torri). Sarebbe un disastro. Noi pulesi abbiamo ricevuto tanto dalla natura e dai nostri antenati: abbiamo l’obbligo di tutelare questi tesori e trasmetterli alle future generazioni. E va tutelato anche chi ha fatto investimenti. Nel nostro territorio operano 35 alberghi di cui la metà a 4/5 stelle, per 8.000 posti letto: un comparto che non può essere danneggiato da quella che è mera speculazione. I parchi offshore “Nora 1” e “Nora 2” (già i nomi sono un affronto e una mancanza di rispetto per la nostra storia) fornirebbero energia per un milione e mezzo di persone».

Sacrifici già fatti

Cabasino chiarisce quello su cui tutti i sindaci di questa zona sono d’accordo: «Non siamo contrari alla transizione energetica: obiettivi giusti ma questa è mera speculazione. Vogliamo poter decidere, se vogliamo partecipare a questo processo, come farlo. Al centro ci devono essere gli interessi della Sardegna».

Tanto più che agli interessi nazionali questo territorio ha già sacrificato tanto. Chiedere, per esempio, ad Angelo Milia, sindaco di Teulada: «Da noi – chiarisce – insistono due progetti, South Sardinia 1 e 2, uno dei quali prevede il famigerato passaggio di cavidotti sulla spiaggia di Tuerredda. Un progetto emblematico, da cui si misura l'assurdità della situazione in cui ci troviamo. Inammissibile per noi l’idea che si possa anche solo pensare di scavare sotto una delle spiagge più famose di tutta la Sardegna per le infrastrutture. Non ci piace il metodo, non è questo il modo per affrontare una transizione ecologica che pure riteniamo necessaria come prospettiva. Il nostro territorio ha già dato: ospitiamo un grande poligono, il Comune ha fatto più che ampiamente la sua parte. Ci deve essere un riequilibrio».

Terreni agricoli

Sul lato opposto della costa c’è Sarroch, con la sua enorme raffineria: «Per noi – spiega il sindaco Angelo Dessì – paradossalmente l’impatto dei progetti è più legato alla terra che al mare. “Nora 1” e “Nora 2” sono accomunati dall’arrivo di cavi nella zona di Villa d’Orri. Se passassero, si sventrerebbero 18 ettari per le sottostazioni in una delle zone vocata all’agricoltura. Il nostro territorio è già deturpato dall’impatto della raffineria. Come utilizzo del suolo abbiamo già dato». E l’eolico non è l’unico problema: «C’è un tentativo di speculazione anche per il fotovoltaico a terra», aggiunge Dessì. A Sarroch è in atto una «ricerca forsennata di aree, centinaia di ettari, che si vorrebbero ricoprire di pannelli. Abbiamo già una superficie notevolissima destinata a impianti industriali, non vogliamo privarci di zone agricole interessanti per pura speculazione. Il momento è decisivo: sessant’anni fa si fece una scelta che ha deciso le sorti di questo territorio. Noi ora abbiamo responsabilità molto forti per il futuro: dobbiamo fare la scelta giusta».

«Zero aree idonee»

«A Domus De Maria», racconta la sindaca Concetta Spada, «abbiamo ricevuto le prime richieste nel 2022, e finché è stato possibile, ovvero fino all’entrata in vigore dei Decreti Draghi, abbiamo partecipato a tutti i percorsi decisionali, alle varie conferenze di servizio, facendo opposizione anche legale in tutte le sedi. Non abbiamo fatto passare neanche una scadenza. Ci sono arrivate dieci richieste da dieci società, per altrettanti parchi eolici che si affacciano in parte in acque territoriali e in parte in acque internazionali. Ci opponiamo con tutte le forze a questa invasione, tanto più che nel nostro territorio c’è un’area marina protetta che, per essere operativa, attende solo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale».

Spada non ha solo le armi della sindaca: «Faccio parte di una commissione interministeriale sulle misure del mare e in quella sede, facendo approfondimenti in vista della Valutazione di impatto ambientale, si è evidenziato che questi impianti comportano una variazione irreversibile dello stato salute del mare». Spada presiede anche l’Unione dei Comuni: «Negli anni, nelle varie delibere approvate, le amministrazioni municipali che ne fanno parte sono rimaste sempre tutte concordi per opporsi, fin dal 2022, ai tentativi di speculazione. Ogni Comune deve fare un percorso individuale ma è essenziale essere uniti e opporci con forza all’inserimento di questo territorio fra le aree idonee all’installazione di parchi eolici o fotovoltaici».

© Riproduzione riservata