La prima sala dell’ex Regio Museo in piazza Indipendenza che, nel vecchio allestimento era dedicata alla preistoria della Sardegna, ora è strettamente legata al ricordo di Giovanni Lilliu. Ieri l’intitolazione, alla presenza di familiari e allievi dell’accademico dei Lincei: «È stato un evento importante», spiega Francesco Muscolino, direttore del Museo archeologico nazionale di Cagliari, «non solo per la nostra istituzione culturale, ma per tutta la Sardegna».

LA CERIMONIA

Particolarmente toccante il discorso della figlia di Lilliu, Cecilia, intervenuta alla cerimonia: «In casa era nostro padre, molto presente nonostante la sua frenetica attività. Ci seguiva, dedicava tempo alla famiglia, ci raccontava quello che faceva nel campo dell’archeologia ma senza esagerare. Ci ha insegnato ad avere rispetto delle persone e delle differenze». Quindi il Sardus Pater Giovanni Lilliu torna idealmente in quella che è stata la sua casa negli anni, dal 1943 al 1955, in cui ha operato nella Soprintendenza alle Antichità e poi – successivamente – nel suo lavoro di ricerca alla scoperta delle radici più profonde dell’identità sarda, memorie fascinose che il professore ha riportato alla luce.

GLI ALLIEVI

«Abbiamo intitolato l’atrio del Museo», argomenta l’archeologa Maria Antonietta Mongiu, «a un altro straordinario studioso come Doro Levi. Con Giovanni Lilliu siamo alla seconda tappa del nostro cammino alla riscoperta dei padri fondatori della storia della Sardegna».

I POLITICI

L’archeologo che ha scoperto il nuraghe di Barumini è stato anche consigliere regionale con la Democrazia Cristiana. «In tutti i campi d’azione ha agito da politico», chiosa il vicepresidente del Consiglio regionale Piero Comandini. «Le mie concezioni politiche», sosteneva, «sono strettamente intrecciate con la mia professione di archeologo, perché politica e archeologia sono un unicum inscindibile». Secondo Antonello Soro, già deputato e garante per la Protezione dei dati personali, «Lilliu è stato un raffinato operatore politico-culturale per tutta la sua vita, in connessione con i suoi interessi di studioso della Sardegna, con un grande rigore fin dagli anni difficili della guerra e della ricostruzione postfascista».

I dettagli nel servizio di Massimiliano Rais su L’Unione Sarda in edicola.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata