E chi - pur con tutta la ritrosia a utilizzare un termine abusato - non ricorderà la serata come un piccolo evento , forse deve lasciar perdere. Perché quando ad allietare quello che per molti era solo un cocktail a bordo piscina nel Centro Ercole Cellino, ci sono musicisti come Bobby Kimball e Steve Lukather (voce e chitarra dei Toto), Roger Glover (bassista dei Deep Purple), Vinnie Appice (batterista dei Black Sabbath), come può non essere un'occasione straordinaria?

Sono passate da poco le 22 quando la Movida di Rezophonic attacca, affidando ai Bastard Sons of Dioniso il compito di rompere il ghiaccio. Poi entra in scena Pino Scotto (in missione per conto di Dio come i Blues Brothers per diffondere il verbo del metal rock) e da quel momento il tempo che scorre avrà come unità di misura il decilitro (per i suoi Jack Daniels ) e l' imbarazzometro per le sue uscite. Il livello zero è: «Cellino, you rock!», e fin qui tutti d'accordo. Il palco è un via vai di volti noti nell'ambiente musicale, introdotti da Mario Riso e Alteria: Pier dei Velvet, Dj Aladin, la lady metal Cristina Scabbia dei Lacuna Coil che azzarda una cover anni Ottanta ('You spin me round' dei Dead or Alive), manifestando poi il suo imbarazzo: «Mi sento un pesce fuor d'acqua. Non sono una che guarda la marca dei vestiti che indossa. Ma Cellino è un vero rockettaro, non il classico fighetto , ci tratta da amici, con semplicità: per me rappresenta la Cagliari che ha il cuore».

Ventitrè e trenta: Alessandro Delvecchio, uno che quando suona la tastiera e canta si accompagna con personaggi del calibro di Ian Paice e Glenn Hughes, introduce il primo 'mostro sacro', Vinnie Appice. È il momento dell'intenso tributo al compianto Ronnie James Dio: 'Rainbow in the Dark' e 'Children of the sea'. Tocca a Bobby Kimball, con i suoi baffi leggendari e gli altrettanto celebri brani dei Toto, 'Rosanna', 'Africa', 'Hold the line', poi al chitarrista Steve Lukather che spiega, in due parole e sei corde, cosa significhino le parole rock e blues. E arriva Roger Glover, con la sua bandana e la sua storia, che poi è anche la storia del rock. Alla voce c'è Pino Scotto, Mario Percudani e Matt Filippini ala chitarra sono degni di Ritchie Blackmore: sale come un tuono 'Highway Star', sembra di vivere un incanto, anche se per molti la serata continua a essere solo un cocktail al quale «bisognava esserci». Ma se non ti lasci andare con uno dei più grandiosi brani della storia del rock, non credi che ci sia qualcosa che non funzioni? Sarà, intanto la serata vive il suo acme: tutti sul palco, c'è anche Cellino con la sua Fender . Partono i sette accordi più famosi del rock: 'Smoke on the water', di più non esiste. Cellino è felice, chiude con uno spot per la sua Accademia Musicale Fanny: «La musica è amore». Pino Scotto lo guarda e sorride: «Sei come un bimbo». Sì, un dannato bimbo rock.

CARLO ALBERTO MELIS
© Riproduzione riservata