In manette è finito anche il padre Giuseppe perché aveva in casa dei detonatori. Arzu deve scontare 14 anni per le rapine ai furgoni ma è indagato anche per la morte di un vigilante durante un colpo a Massa Marittima.

VACANZA A SAN TEODORO - In sette anni di latitanza ha dovuto fare tante rinunce, ma la vacanza a San Teodoro Raffaele Arzu, 30 anni, non l'ha mai saltata. I carabinieri lo cercavano tra gli anfratti dell'Ogliastra, negli ovili del Supramonte e lui sfrecciava in gommone tra La Cinta e Puntaldia. Qualche notte della sua vita nascosta l'ha passata pure in albergo, ma per sentirsi più al sicuro preferiva dormire in una casa di famiglia a pochi chilometri dalle spiagge della Gallura. Spesso si spostava sui camion di bestiame e manteneva sempre buoni rapporti con le organizzazioni criminali del Centro-Italia: i viaggi in nave erano frequenti, anche grazie all'aiuto di qualche amico camionista che gli dava un passaggio sul cassone.

IL RITORNO A CASA Martedì era tornato a casa per riabbracciare la fidanzata e rivedere la figlioletta di sette mesi. I carabinieri sospettavano che sotto Natale si sarebbe fatto rivedere a Talana e la sera dell'Immacolata è scattata la trappola. Fino all'ultimo, l'imprendibile d'Ogliastra - che deve scontare 14 anni di carcere per una serie di assalti ai portavalori - ha tentato di sfuggire ma non ha avuto scampo: la casa della sua famiglia, alla periferia dell'abitato, da ore era circondata da tre squadre dei Cacciatori di Sardegna. In carcere è finito anche il padre Giuseppe, accusato di detenzione di esplosivo: nell'abitazione infatti erano nascosti cinque potentissimi detonatori e qualche metro di miccia a lenta combustione.

LA VITA ALLA MACCHIA Gli incontri con la fidanzata erano frequenti. Raffaele e Silvia si vedevano spesso e la conferma i Cacciatori di Sardegna l'hanno avuta quando hanno sequestrati alcuni preservativi ben nascosti in un beauty-case. «Con la ragazza Arzu si incontrava più o meno una volta alla settimana - ha svelato il comandante della compagnia di Lanusei, Dario Pini - Capire dove si vedessero è stato impossibile, anche perché osservare i loro spostamenti senza destare sospetto era molto difficile per la presenza di molti fiancheggiatori». Da quando è nata la bambina, comunque, le abitudini del latitante erano cambiate. Per la mamma della piccola era diventato complicato spostarsi in campagna e così per Raffaele l'unica possibilità di incontrare Silvia era quella di tornare a Talana. Nel frattempo i carabinieri osservavano il viavai di auto e furgoni davanti all'abitazione di famiglia, studiavano le abitudini degli amici. Anche grazie all'aiuto di alcune telecamere ben nascoste.

LA CATTURA A parte la barba incolta e i capelli rasati, a distanza di sette anni Raffaele Arzu sembra cambiato poco. Dove è stato in tutti questi anni? Non sempre è rimasto in Sardegna. Lo dimostrano i biglietti da visita degli alberghi ritrovati in un portacarte dai Cacciatori di Sardegna durante una delle tante perquisizioni in casa. Negli ultimi due anni, secondo i militari, il bandito fantasma non viveva lontano da Talana. «Questa operazione è una grande soddisfazione perché Arzu era un personaggio di grande pericolosità», ha sottolineato il colonnello Felice Maselli, comandante provinciale dell'Arma di Nuoro. Per l'operazione dei Cacciatori di Sardegna e del Ros sono arrivati anche i complimenti del comandante generale dei carabinieri, Leonardo Gallitelli. «I nostri uomini hanno passato tante giornate, e anche molte notti, ad aspettare il momento opportuno per lanciare la rete», ha commentato il generale Carmine Adinolfi.

IL BLITZ Martedì è successo qualcosa che ha rafforzato il sospetto che il latitante stesse per tornare a casa. Durante la mattinata tutte le auto della famiglia sono state parcheggiate fuori dal garage, come se si volesse lasciare lo spazio libero per l'arrivo di Raffaele. Così è stato. Poco tempo dopo infatti è arrivata una macchina che è entrata direttamente in garage. All'interno c'era il super ricercato. Per tutta la giornata i Cacciatori di Sardegna e i carabinieri del Ros hanno atteso una mossa: fino al tramonto hanno osservato i movimenti e architettato la strategia. Il blitz è scattato quando tutti erano a tavola. I carabinieri hanno suonato il campanello e la fidanzata del latitante ha aperto la porta: a quel punto Raffaele Arzu ha capito che la latitanza stava per finire. Fino all'ultimo non si è arreso. La fuga sul tetto, attraverso un lucernaio della mansarda, non è servita: non solo perché la casa è isolata, ma anche perché tutt'intorno c'erano decine di carabinieri. A quel punto ha tentato un'altra strategia: è tornato in casa e si è nascosto in un soppalco, dietro una catasta di legna. Dopo trenta secondi uno dei carabinieri gli ha puntato il mitra in faccia e così il temutissimo si è arreso. Mani in alto e nessuna resistenza: «Sono io, prendetemi e non sparate».

NICOLA PINNA
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