Il picco dei casi di influenza tra i bambini, spesso pure quelli con meno di cinque anni, sta allarmando i genitori di mezza Italia. Tanto che gli stessi pediatri invitano alla calma, pur definendo la situazione “disperata”.

Nei Pronto soccorso e negli studi pediatrici, in tutto il Paese e quindi anche in Sardegna, arrivano padri e madri allertati dall’improvvisa febbre che colpisce i loro piccoli in misura maggiore rispetto al passato.

Il ministero della Salute specifica che i sintomi dell’influenza includono tipicamente l'insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. 

«Spesso il raffreddore può anche trasformarsi in bronchiolite, con le conseguenze del caso», spiega Osama Al Jamal, rappresentante della Fimp (la Federazione che rappresenta l’80 per cento dei medici pediatri). «Dall’Australia e dalla Gran Bretagna arrivano dati allarmanti: la sintomatologia è più grave rispetto al passato. La febbre alta dura per una settimana-dieci giorni, la tosse non risponde ad alcun trattamento. Tutto questo ha anche un costo sociale».

E qui si pone un quesito cruciale: è giusto fare il vaccino antinfluenzale anche ai bambini? «In realtà è l’unica vera risposta», osserva ancora Al Jamal. «Purtroppo, benché siamo già arrivati a dicembre e benché siano disponibili anche i nuovi vaccini nasali, ancora non siamo stati convocati dalla Regione per stipulare l’accordo sulla campagna vaccinale. D’accordo con il servizio di Igiene pubblica, i pediatri lo stanno facendo volontariamente, con tutte le responsabilità che ne conseguono. Riceviamo cinquanta telefonate e cinquanta messaggi, facciamo in media trenta visite al giorno».

E se il direttore del centro vaccinazioni Gabriele Mereu riferisce che è impossibile, al momento, dare conto adesso di una stima delle vaccinazioni («il dato si potrà conoscere soltanto alla fine della campagna», fa sapere), secondo i pediatri, proprio grazie alla campagna partita sotto traccia, si stima che ad oggi il vaccino sia stato somministrato al 15 per cento dei bambini.

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