A La Maddalena tutto è pronto e soltanto il vento potrebbe impedire alla Classe 1974 del Comitato Feste Patronali di accendere il fiammifero sotto il grande falò per dar vita alla tradizionale “Fogarina” di San Giovanni, nella notte di domani, domenica 23 giugno.

Il giorno dopo, lunedì, memoria del Santo, ci sarà la benedizione del mare, fonte di lavoro, benessere e anche di morte, come l’ultimo crudele fatto di cronaca – il decesso in mare di un giovane di 26 anni - drammaticamente ricorda.

E se l’accensione del falò (a La Maddalena chiamato “Fogarina”), tradizione d’origine corsa proveniente dall’originario mondo agropastorale maddalenino, rappresenta una ritualità magica, propiziatoria della fertilità della terra, di animali e uomini, la Benedizione del mare risale alle influenze e relazioni con Genova, dell’arcipelago e dei suoi abitanti, e alla tradizione che riconosce a San Giovanni Battista il ruolo di protettore dei naviganti durante le tempeste.

Si narra infatti che subito dopo l’anno 1000 i Genovesi, mentre portavano dall’Asia minore le spoglie del Battista, furono colte da tempesta e, fatta invocazione al Santo, questa si placò.

Fin dall’origine dunque della comunità maddalenina, convivono questi due elementi; ma mentre la Benedizione del mare era unica, da parte del parroco, nei vari rioni del paese venivano organizzate diverse “fogarine”, anche in competizione tra loro. Una tradizione divenuta un po’ desueta, ma tenuta faticosamente in vita negli ultimi decenni del ‘900 da alcune associazioni e rilanciata come unica grande “Fogarina” dai comitati feste patronali che hanno preso vita a partire dal 1999.

Una tradizione che, appunto, vento permettendo, sarà rispettata anche quest’anno, secondo un programma che prevede, prima dell’accensione (prevista per le ore23:00) nella grande piazza Don Giuseppe Riva, a Moneta, la Messa alle 19:00, e la cena con menù di terra o di mare alle 20:30, unitamente a musica e balli.

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