La specie rara di Lucertola blu, la Berta minore, la tartaruga Caretta caretta e poi ancora tipologie di squali e delfini in fase di tutela, la presenza della Foca Monaca, ma anche un tipo di fiore della famiglia dei Fiordaliso che qui cresce ed è considerato un unicum nell'intero bacino del Mediterraneo: sua Maestà, "la Regina" come gli abitanti della Gallura chiamano l'isola di Tavolara, nella costa a nord-est della Sardegna, è la casa di decine di specie animali e vegetali protette, molte in via d'estinzione. Non a caso l'isola, insieme con una grossa fetta di mare che la circonda, fa parte di un'Area Marina Protetta, che ha il compito di preservare l'ambiente senza però escludere del tutto l'uomo che la può visitare e ammirare.

«Il nostro compito è quello di costruire una maggiore sinergia tra uomo e natura - spiega il presidente dell'Amp Tavolara Punta Coda Cavallo, Massimo Canu - vogliamo andare sempre più verso un'area marina protetta che ha la concezione del 'noi', ossia in cui le persone sappiano cosa è lecito fare, e solo come estrema ratio si arrivi ad una sanzione qualora vengano violate le norme. Anche se ritengo che bisognerebbe rivedere le tariffe sanzionatorie per chi infrange le regole all'interno di quest'area, incrementandole e, laddove necessario, ponendo una sorta di daspo per chi commette effrazioni gravi contro questo prezioso ecosistema».

Parola d’ordine è anzitutto sensibilizzazione, anche e soprattutto delle nuove generazioni. «Lo stesso CNR ha rilevato uno studio dal quale è emerso come il 'brand Gallura' e quello 'Costa Smeralda', nello scorso anno, sono stati il fattore trainante del turismo sardo, - aggiunge Canu - ma questo non ci deve spingere verso la mercificazione di Tavolara e dell'Amp, piuttosto deve portarci ad aumentare le sue tutele».

Maggiori tutele e quindi maggiori restrizioni e divieti per i visitatori sono state poste in atto già dal 31 luglio scorso, quando il personale dell'Amp Tavolara ha posizionato nei fondali lungo la costa dell'isola, dei cavi e dei boxe per evitare che le imbarcazioni buttino l'ancora sulle banchine sottomarine di posidonia, una pianta protetta, sinonimo di pulizia e salubrità dei mari, e una specie da tutelare perché quando arriva sugli arenile ne evita l'erosione. «Siamo stati più restrittivi nella distanza dalla riva proprio perché vogliamo che le persone si abituino al rispetto dell'ambiente - aggiunge il presidente dell'Amp Tavolara - anche se in questo mese siamo già stati costretti a riparare i cavi che erano stati tranciati. Ecco perché penso che l'inasprimento delle sanzioni, con una maggiorazione dei costi se si sgarra dentro le aree protette sia necessaria e provvederò a rivedere le tariffe per quanto mi compete».

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata