Qualche giorno fa, Luigi Manias, apicoltore di Ales, ha chiuso, impacchettato e portato via da Caprera l’arnia, contenente circa 60.000 api, che aveva installato nel 2021 presso il Compendio Garibaldino.

Una clamorosa decisione soprattutto perché posta in essere appena il giorno dopo la conferenza da lui tenuta presso l’Ute di La Maddalena, sul mondo delle api, nel corso della quale aveva parlato proprio dell’esperimento iniziato a Caprera, consistente nel ritorno in quell’isola del prezioso insetto, a suo tempo introdotto da Garibaldi quando, tra le altre attività georgiche da lui praticate, si cimentò anche in quella di apicoltore (e anche con buoni risultati).

Le api di Caprera stanno bene, aveva affermato Manias informando dello «straordinario Millefiori», che avevano prodotto, «molto denso, dal sapore deciso, forte, come lo era l’antico titolare del terreno …».

E di quelle api caprerine, più volte Manias, aveva raccontato la storia, non solo quando l’arnia fu installata (era allora direttrice dei musei garibaldini Giannina Granara), ma anche in una successiva conferenza organizzata, sempre sulle api, del Comune di La Maddalena sia in un altro incontro, sempre dell’Università della Terza Età, lo scorso anno. Alla base della decisione di portar via l’arnia da Caprera sarebbero la mancanza di un riscontro adeguato, considerata la lontananza di La Maddalena dal territorio di Ales dove abita e lavora e le relative spese, per proseguire a svolgere un’attività evidentemente impegnativa. Se non nell’immediato tuttavia è sembrato qualche giorno fa aprirsi una positiva possibilità; il nuovo direttore dei Musei garibaldini, Sergio Cappai, ha infatti dichiarato essere in programma, a Caprera, «un intervento di riqualificazione dell’area complessiva degli Orti di Garibaldi, all’interno del quale rientrerà, sicuramente, anche la parte che riguarda l’apicoltura».

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