La bella statua di San Giorgio a cavallo che schiaccia il famoso drago, dopo la messa è stata portata in processione fino ad un campo che per secoli è stato utilizzato, dagli abitanti della zona, anche da quelli di là del mare, come cimitero, per poi fare 3 giri attorno alla chiesetta a lui dedicata, costruita nel 1675 (all’interno del cui altare sono conservate delle ossa), fino alla benedizione finale.

Domenica scorsa come da secoli si è ripetuta nelle campagne di Palau la festa di San Giorgio Martire. L’attuale statua del santo, che ha sostituito una precedente, è in cartone romano, ed è stata modellata nel 1874 a Sassari, da un artista di Lecce.

Una festa fortemente identitaria come ha sottolineato nell’omelia il parroco, don Paolo Pala, con una chiesetta costruita in una zona della Gallura abitata nel XVII secolo ma anche in precedenza; si ritiene infatti che la cosiddetta fortezza posta a poche centinaia di metri da questa chiesetta altro non fosse che un’antica chiesa bizantina (VIII-IX secolo), successivamente abbandonata e trasformata in una fortezza militare.

In questa zona visse e si sviluppò, ha detto il parroco, «un primo nucleo di quelli che sarebbero stati gli abitanti dei vari paesi del circondario, da Palau a San Pasquale a Porto Pozzo. Per questo motivo questo territorio, questa chiesa e questa festa sono un insieme identitario che ci riporta appunto alla nostra identità di comunità e alla nostra identità di cristiani».

Alla festa di domenica scorsa c’è stata una significativa partecipazione, come da tradizione; alla parte religiosa è seguito poi il pranzo, la musica e balli. L'organizzazione è stata del Comitato Festa di San Giorgio in collaborazione con i Fidali del 1980 e del 1981.

© Riproduzione riservata