Nuovo impulso allo sviluppo della nautica da diporto di alto livello nel golfo di Olbia nell’ultima seduta del Comitato di Gestione dell’AdSP del Mare di Sardegna.

Il Comitato ha infatti deliberato il rilascio, alla società Quay Royal, di una concessione trentennale sulle aree demaniali marittime del molo Brin – incluso il relativo ex Magazzino portuale - per la realizzazione di un approdo per la nautica da diporto. Provvedimento a chiusura di un iter lungo e complesso che, una volta completati i lavori di riqualificazione degli spazi, trasformerà parte del vecchio porto commerciale di Olbia nel cuore pulsante del diporto per il segmento dei mega yacht.

Sulla base del progetto presentato dalla società ed in ottemperanza all’Adeguamento Tecnico Funzionale al PRP vigente approvato nel mese di marzo del 2021, infatti, sono previsti 17 nuovi posti barca con ormeggio poppiero per imbarcazioni da 45 a 140 metri di lunghezza.

L’ex Magazzino portuale, invece, nel rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, sarà sottoposto ad una profonda ed attenta attività di riqualificazione estetico-funzionale, in adeguamento alle esigenze operative della darsena.

Il capannone, che ha una dimensione di circa 800 metri quadri, una volta recuperato potrà ospitare gli uffici di gestione del porto, un locale adibito a servizi ed un altro per la ristorazione.

«Con il via libera al rilascio della concessione demaniale per l’approdo turistico del molo Brin portiamo a segno un ulteriore risultato strategico per il sistema portuale sardo», spiega Massimo Deiana, Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna.

«Con il rilascio del titolo concessorio alla Quay Royal – aggiunge Deiana - il centro gallurese si conferma approdo sardo d’eccellenza per il segmento dei mega yacht. Nei prossimi mesi definiremo un ulteriore adeguamento tecnico funzionale che consentirà, anche nei moli Vecchio e Bosazza, la destinazione a nautica da diporto. Un assetto che ribadisce la vocazione del porto storico olbiese a volano per l’economia del territorio che già vanta un polo della cantieristica di eccellenza a livello internazionale».

(Unioneonline)

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