Accuse del tutto infondate e indagini bocciate in toto, è quanto emerge dalle motivazioni della sentenza del Tribunale di Tempio nel processo noto come "alluvione bis”. La sentenza è quella che ha assolto l’ex assessore comunale di Olbia, Davide Bacciu, e altre dieci persone dalle accuse di omicidio colposo plurimo in riferimento alla tragica alluvione di Olbia del novembre 2013.

Le motivazioni firmate dal giudice Marco Contu riguardano i tre imputati giudicati con il rito abbreviato, oltre all’ex assessore comunale ai Lavori pubblici, Davide Bacciu, ci sono l’ingegnere Claudio Vinci e il geometra Francesco Pisanu. Erano stati assolti dalle accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo (le contestazioni riguardavano i decessi di sei persone a Olbia). Il giudice scrive che Davide Bacciu (difeso dagli avvocati Piera Ferrara e Marco Salis) non si è mai occupato dei lavori di sistemazione idraulica del Rio Ua Niedda e del Rio Gaddhuresu, interventi completati prima che assumesse l’incarico di assessore ai Lavori pubblici. 

Bacciu non aveva alcuna competenza sull’adeguamento del Puc di Olbia al piano stralcio del Piano di assetto idrogeologico. Gli veniva contestato di avere trascurato un documento che allertava il Comune, circostanza priva di alcuna prova. 

È stata esclusa inoltre qualsiasi condotta negligente del geometra Francesco Pisanu (difeso da Stefano e Lorenzo Asara) e dell’ingegnere Claudio Vinci (assistito da Luigi Esposito). Riguardo a Vinci emerge, invece, che segnalò correttamente la necessità dell’adeguamento dei progetti di sistemazione di argini e ponti. Per gli altri assolti, tra i quali l’ex assessore comunale Carlo Careddu, si è proceduto con il rito ordinario. Le motivazioni, seppure indirettamente, bocciano anche gli argomenti utilizzati per supportare le accuse contro Careddu.

© Riproduzione riservata