Olbia, i volontari di Plastic Free raccolgono 20 quintali di rifiuti
Trovati anche una ventina di mastelli neri industriali, usati in agricoltura, e oltre 50 flaconi di olio esaustoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Plastiche, 300 kg bottiglie di vetro, copertoni ma anche termosifoni, lavatrici e testate di letto. Hanno trovato di tutto i 37 volontari di Plastic Free nella raccolta organizzata, oggi, domenica sedici febbraio, nella zona di Monte Plebi, collina che domina la città. Un bottino di rifiuti tale da sfiorare i 20 quintali, una vera e propria discarica a cielo aperto dove sono stati rinvenuti anche una ventina di mastelli neri industriali, usati in agricoltura, e oltre 50 flaconi di olio esausto.
«Questo è un fatto gravissimo - commenta Maria Francesca Carone, volontaria, referente regionale di Plastic Freee Onlus - Lo sversamento di oli esausti su qualsiasi terreno è molto grave poiché quando questo rifiuto speciale si disperde nel sottosuolo deposita un film sottile attorno alle particelle di terra, formando in questo modo una sorta di barriera tra le particelle, l’acqua e le radici delle piante, con il risultato che le sostanze nutritive non raggiungono la pianta. Inoltre, l’olio esausto può arrivare, spostandosi con la falda, verso valle e raggiungere pozzi di acqua potabile anche lontani».
Tanti i volontari accorsi dai comuni della Gallura per ripulire quest’area di bellissima campagna che, poco lontana dalla città, è preda di gente senza scrupoli. «Tutto ciò è ancora più inspiegabile dato che i Comuni garantiscono il servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti – continua la Carone - Basta chiamare e concordare un appuntamento per il ritiro del materiale, mettendolo semplicemente fuori dalla porta di casa. Incredibile vedere in quali posti impervi riescano a gettare vecchi elettrodomestici quando basta una telefonata per liberarsene. Senza pensare all’ ulteriore aggravio di costi per la rimozione e lo smaltimento, che può richiedere anche l'intervento di ditte specializzate, costi che ricadono su tutta la comunità».