«Acque putride e puzzolenti», è partita stamattina la segnalazione del Consorzio Molluschicoltori Olbia su un sospetto scarico irregolare del depuratore del Cipnes, in località Cocciani; sul posto le autorità competenti hanno immediatamente effettuato un prelievo, le analisi dovranno ora stabilire se i valori delle acque reflue siano a norma oppure no.

A renderlo noto lo stesso Consorzio di cooperative, che con un comunicato, è voluto intervenire per precisare la propria posizione nell’ambito dell’inchiesta, avviata della Procura di Tempio, sull’ipotesi di un dispositivo posizionato nel depuratore al fine di impedire il corretto campionamento periodico delle acque reflue.

Un’indagine partita in seguito agli esposti del Consorzio Molluschicoltori del luglio 2021 e del maggio 2022 ( che denunciavano lo sversamento  in mare di acqua e liquido maleodorante con l’ipotesi di serio danneggiamento agli allevamenti di mitili e all’ecosistema costiero), e che ha portato la Procura ad indagare due operai e due tecnici di settore dipendenti del Consorzio Industriale, per manomissione del punto di prelievo.

La nota dei mitilicoltori in risposta alle dichiarazioni rese alla stampa dagli indagati secondo cui «il lavoro degli inquirenti ... non potrà che confermare la correttezza del loro operato e la conseguente inesattezza delle accuse formulate dall’autore degli esposti».

«Non saremo certamente noi ad accusare degli operai o a intervenire nell’indagine per un danno procurato. Il problema esiste, come si evince dalla segnalazione di  stamattina, noi abbiamo solo percorso le strada per la risoluzione dei problemi – le parole del presidente del CMO, Raffaele Bigi - nessuna accusa, ne denuncia nei confronti di dipendenti, dirigenti e/o vertici del Cipnes che, viceversa, una lunga indagine che presumiamo corretta ed accurata, ha rilevato e portato al procedimento penale. Anche noi ribadiamo la fiducia nel lavoro degli inquirenti -  conclude il CMO - essendo peraltro maggiormente interessati alla risoluzione del problema dello scarico di acque inquinanti piuttosto che alla denuncia dei responsabili, compito quest’ultimo della Procura e del N.O.E».

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