«Le nostre aragoste pescate da voi in Corsica, ci dovete pagare», siparietto a Santa Teresa Gallura
Scambio di battute fra il direttore del Parco nazionale dell’Asinara e il responsabile della riserva naturale delle Bocche di Bonifacio«Abbiamo avuto un progetto sul ripopolamento dell’aragosta e le nostre aragoste sono state pescate in Corsica, e quindi ci dovete pagare!», ha affermato sorridente Vittorio Gazale, direttore del Parco nazionale dell’Asinara rivolgendosi a Jean Michel Culioli, responsabile della riserva naturale delle Bocche di Bonifacio. «Sicuro che un po’ di aragoste le dobbiamo pagate all’Asinara», ha riposto questo divertito, «ma La Maddalena deve pagare un po’ di cernie… e anche l’Asinara; abbiamo dunque da scambiare aragoste con cernie», ha risposto prontamente e altrettanto sorridente Jean Michel Culioli, riferendosi agli ottimi risultati da loro ottenuti con il ripopolamento, specialmente ai Lavezzi, di questo pesce.
Il divertente siparietto si è svolto a Santa Teresa Gallura, durante una tavola rotonda che ha visto discutere, su problematiche e prospettive comuni, 7 direttori tra parchi nazionali ed aree marine protette sarde, insieme al responsabile di quella corsa, presente l’assessore regionale all’Ambiente, Marco Porcu.
«Ciò che noi abbiamo sempre fatto è di aver avviato tante collaborazioni con le realtà prossime al nostro parco», ha spiegato Vittorio Gazale, «e parlo di Porto Conte, di Capocaccia, di La Maddalena, di Capo Testa, degli amici di Bonifacio; veramente tantissimi progetti di ricerca». Un territorio e un mare senza confini, soprattutto per le specie marine e terrestri che lo popolano, questo delle Bocche di Bonifacio, sul quale si affacciano tante realtà, «perché gli uccelli marini che stanno a La Maddalena – ha proseguito Gazale - vengono a mangiare da noi, all’Asinara, oppure dormono da noi e vanno a mangiare la loro. Dal punto di vista dell’ambiente, ovviamente le barriere non esistono, i perimetri non esistono».
PLASTINA – Nell’ambito dello stesso incontro, è intervenuto anche Giulio Plastina, direttore del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena: «Le isole del Parco Nazionale dell’arcipelago di La Maddalena sono prese d’assalto. Specialmente nei mesi di luglio ed agosto subiamo un carico, una presenza massiccia di imbarcazioni e navi di ogni tipo che hanno come unico obiettivo quello di fruire di questo territorio», ha detto aggiungendo: «Succede spesso, ad esempio, che nelle isole possa arrivare un’imbarcazione di 15 metri, butti l’ancora, non sempre su sabbia ma spesso sulla posidonia, e poi dall’imbarcazione, ad un certo punto, si gonfi prima lo scivolo, poi si mettano in mare le moto d’acqua e poi sup e poi foil; una serie di “giocattoli” dunque, per cui la tendenza di questi ultimi anni è quella di trasformare ogni imbarcazione, ogni unità, in un parco giochi acquatico. Il problema quindi, oggi, non è soltanto la presenza eccessiva di imbarcazioni e unità da diporto ma di tutto quello che gravita intorno ad ognuno di questi mezzi».
La questione sollevata dal direttore del Parco di La Maddalena è stata dunque quella della «fragilità indiscutibile» dell’ambiente delle Bocche di Bonifacio, «per cui dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra sostenibilità ambientale e tutela di quelli che sono gli interessi economici, che però devono andare di pari passo con la tutela ambientale». Giulio Plastina ha fornito alcuni dati, affermando di aver censito, nel 2023, ben 167 aziende che operano nel settore del noleggio, aziende ricomprese nell’area che va da Olbia a Santa Teresa Gallura; 147 aziende che lavorano nel settore della locazione, per un totale di mezzi nautici, tra noleggio e locazione, che è di circa un migliaio di unità. Di queste unità da diporto, 650 circa sono natanti, vale a dire battelli pneumatici, gommoni, e di queste circa 500 possono essere condotti da chiunque, senza il possesso di alcun titolo. Si tratta, ha proseguito Plastina, del 50% dei mezzi nautici che gravitano in quest’area, l’area delle Bocche di Bonifacio, ma che arriva ai Lavezzi, all’Isola Piana a Cavallo e così via. «Aggiungo a questo, 27 unità da traffico di trasporto passeggeri, che arrivano da Santa Teresa Gallura, Palau, Cannigione, La Maddalena, Olbia, che possono portare, complessivamente, 4250 passeggeri: poi abbiano di diving… poi succede che dal 2011 arriva il noleggio occasionale e allora si scopre che ci sono centinaia di diportisti che si dedicano a questo tipo di noleggio… In questi anni il noleggio occasionale è diventato un fenomeno quasi del tutto incontrollabile». In questa situazione, ha concluso Giulio Plastina, «il Parco diventa l’ente sul quale vengono scaricate tutta una serie di responsabilità che chiaramente noi non abbiamo, perché non possiamo intervenire su leggi dello Stato».