Il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena dà il via a uno studio scientifico volto a ricostruire la storia e l’identità della consistente popolazione di capre, che negli ultimi anni ha proliferato nell’isola, la radice del cui nome, Caprera, proprio al quadrupede fa riferimento.

Il quesito è se le capre di Caprera facciano parte del paesaggio dell’isola da tempo immemorabile, con origine ancora avvolta nel mistero oppure siano animali, ora selvatici discendenti, da capre domestiche introdotte in passato, da Garibaldi o anche prima di lui e anche nel corso del ‘900.

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Una risposta l’attendono il Parco Nazionale, Agris Sardegna, l’Università di Milano e l’Associazione Allevatori della Sardegna (Aars), che hanno avviato lo studio scientifico.

L’iniziativa oltre che per motivi scientifici, nasce anche dall’esigenza di chiarire gli aspetti gestionali e giuridici legati alla presenza delle capre sull’isola, in particolare per quanto riguarda la responsabilità in caso di danni a persone o cose.

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«La presenza della capra a Caprera è storica, ma non è ancora chiaro se si tratti di una specie ormai inselvatichita o di animali di origine domestica», spiegano gli esperti. 

«Capire chi sono e da dove vengono ci aiuterà a definire in modo corretto le competenze e le modalità di gestione». 

Lo studio prevede analisi genetiche e osservazioni sul campo, e i risultati preliminari saranno condivisi con la comunità non appena disponibili. Nel frattempo, l’Ente Parco invita cittadini e visitatori a mantenere le distanze dai branchi, soprattutto in presenza dei piccoli, per evitare comportamenti che possano stressare gli animali o creare situazioni di rischio.

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