In ristorante tonno e aragoste scadutiMulte e sequestri della Guardia costiera
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Tonno rosso proveniente dalla Grecia conservato chissà come e scaduto, dunque non commestibile; aragoste congelate, scongelate e ricongelate più volte, arselle potenzialmente in grado di intossicare chi le avesse mangiate; polpa di ricci che del sapore originale ha conservato solo il ricordo.
Quello che la Guardia Costiera ha trovato in alcuni ristoranti di Olbia è inquietante, se si pensa agli effetti sulla salute che la cattiva conservazione del cibo avrebbe potuto provocare.
Il Nucleo ispettori pesca di Olbia ha sequestrato circa 170 chili di Tonno rosso proveniente dalla Grecia senza documentazione. Per questo è scattata una sanzione di 4000 euro ed il prodotto ittico, dopo essere stato ispezionato dalla Asl, è stato donato in beneficenza alla Comunità Arcobaleno di Don Andra Raffatellu.
In un ristorante di viale Aldo Moro sono stati trovati circa 9 chili di arselle senza rintracciabilità né tracciabilità, insieme a 3 chili di tartufi, un chilo di polpa di ricci e a 9 chili di altri prodotti ittici, comprese aragoste e capre di mare, senza rintracciabilità ne tracciabilità, congelati senza le previste autorizzazioni sanitarie.
I prodotti ittici, 37 chili, sono stati sequestrati ed è stata inflitta una sanzione da 3500 euro.
Ieri, invece, sono stati colti in flagranza due pescatori sportivi che dopo aver raccolto circa 4 chili di arselle nella zona di Poltu Quatu, hanno venduto il prodotto ad un ristorante in via Roma.
Il personale della Guardia Costiera di Olbia, con il supporto di una pattuglia dei Carabinieri, è intervenuto per sequestrare il prodotto ittico privo di tracciabilità e profilassi sanitaria ed ha sanzionato l'illecito con 1500 euro di multa con relativo sequestro amministrativo. Sono stati sanzionati anche i due pescatori per un totale di 2.000 curo a testa, per vendita di prodotto ittico proveniente da pesca sportiva.
Le arselle sono un prodotto molto comune e ricercato sul mercato e purtroppo sono oggetto di una pesca intensa, favorita anche dalla consistente presenza della specie nelle acque del golfo di Olbia. E’ chiaro il danno che ne deriva ai pescatori professionisti in regola ed il pericolo per la salute pubblica che consegue dall’introduzione di prodotto ittico di dubbia provenienza