Abbanoa è passata all'azione slacciando l'acqua al condominio di Costa Paradiso, duemila appartamenti e ville che hanno accumulato negli anni un debito complessivo per oltre un milione di euro.

La complicata vicenda va avanti da diverso tempo: ci sono moltissimi proprietari che hanno regolarmente pagato, altri (soprattutto società immobiliari) che non hanno pagato e anche contrasti interni tra l'associazione tutela Costa Paradiso e il Consiglio di amministrazione della comunità che è l'interlocutore di Abbanoa.

Per l'ente gestore si tratta però di un'utenza condominiale e quindi il debito viene considerato collettivo e così lo slaccio.

Una linea passata anche in giudizio, l'ultima sentenza è di due settimane fa, quindi da ieri i 2000 appartamenti sono all'asciutto.

"Dopo la sentenza di Tempio, - si legge in una nota della società - Abbanoa ha dato disponibilità a trovare una soluzione per regolarizzare una situazione non più tollerabile. Non è stata accettata nemmeno la proposta di un piano di rateizzazione che prevedeva il pagamento immediato del 40 per cento (600mila euro pari a circa 300 euro per ogni singola unità abitativa) e la dilazione del restante importo".

Abbanoa mette in rilievo che "essendo però un'utenza condominiale, spetta agli amministratori interni evitare una certa tolleranza nei confronti dei morosi che non pagano le proprie quote".

Il presidente del cda Piergianni Addis ha recentemente incontrato il direttore generale e ha evidenziato "l'ingiustizia, prima ancora che le eventuali illegittimità, di sottrarre l'acqua indifferentemente sia agli inadempienti senza onore sia ai virtuosi che da sempre pagano i servizi".

Ma una soluzione non è stata trovata.
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