Infettata da una trasfusione nel 1967, per un parto difficile, ha trascorso la vita tra patologie, diagnosi e referti vari. Nel 2013, la scoperta: quel sangue immesso nel suo corpo quasi mezzo secolo prima le aveva fatto contrarre l’epatite. Solo oggi, si spera definitivamente, una ormai ultraottantenne del Nuorese ha avuto ragione sul ministero della Salute.

LA PRIMA SENTENZA – I giudici della Corte d’Appello di Cagliari, nel 2020, avevano già emesso una sentenza di condanna nei confronti del dicastero, che avrebbe dovuto versare un risarcimento di quasi 90mila euro per il danno arrecato. Nonostante il passaggio in giudicato del verdetto, però, dagli uffici governativi romani non è arrivato un centesimo: inerzia di una burocrazia insensibile che calpesta i diritti dei cittadini.  

IL TAR – L’anziana, assistita in tutto il calvario giudiziario dagli avvocati Nicoletta Masile e Daniele Albai, per farsi pagare il dovuto e far rispettare il giudizio del tribunale, ha dovuto presentare un ricorso al Tar. E ha vinto di nuovo contro il ministero, come riportato nel dispositivo depositato questa mattina: entro 60 giorni le dovranno essere versati 84.450 euro (più interessi) di risarcimento per i danni causati dalla patologia, oltre alle spese di giudizio, che si aggirano intorno ai 30mila euro per i vari gradi. Non solo: dalle casse pubbliche potrebbero uscire anche i soldi – 1500 euro – per il compenso di un eventuale commissario ad acta in caso di ulteriore inerzia ministeriale. Che, visti i precedenti, non è da escludere: beffa che si aggiunge a danno.    

IL CALVARIO – La donna sarda è una delle tante “vittime” delle trasfusioni di sangue infetto che hanno riempito le cronache nel corso dei decenni. Forse la prima a subire le conseguenze della malagestione del plasma. Dall’intervento subìto dopo la gravidanza ha fatto i conti con acciacchi e patologie delle quali non si era mai scoperta la causa. La verità è emersa solo nel 2013: a farla star male, da decenni, era l’epatite. A far emergere il nesso di causalità fra trasfusione e malattia sono stati gli avvocati Masile e Albai, che sono andati a recuperare – operazione non facile – le cartelle di alcuni decenni prima. La loro tesi è stata confermata da un perito. E, due anni fa, dalla sentenza della Corte d’Appello di Cagliari.

VERDETTO “STORICO” – Purtroppo, e ci sono tanti precedenti, l’anziana ha dovuto fare i conti con il menefreghismo ministeriale, spesso finito sotto accusa per il sangue infetto, condannato e cattivo pagatore. Oggi la vittoria in un nuovo giudizio. Cinquantacinque anni dopo aver preso  l’epatite.

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