Eolico, Italia Nostra: «Bene la legge della Giunta dopo anni di inerzia»
«Imboccata la strada giusta in attesa di una pianificazione energetica e paesaggistica»Italia Nostra Sardegna plaude al disegno di legge "Salva Sardegna" della Giunta Regionale sulla sospensione delle autorizzazioni per i nuovi impianti di energia da fonti rinnovabili. L'associazione per la tutela dell'ambiente e del patrimonio storico e artistico è favorevole all'azione legislativa che dovrebbe momentaneamente arginare «l’aggressione che sta ricoprendo l’intera Sardegna e il suo mare di devastanti impianti di produzione elettrica. È un segnale incoraggiante e una decisa svolta rispetto all'inerzia fin qui dimostrata dalla politica isolana», sottolineano Mario Gargiulo presidente regionale e Graziano Bullegas presidente della sezione di Sant'Antioco.
La strada giusta per la pianificazione energetica regionale: «Siamo convinti che la decisione di sospendere ogni nuovo insediamento abbia finalmente imboccato la strada giusta, in attesa di una corretta e improcrastinabile pianificazione energetica e paesaggistica».
Un segnale di cambiamento e rottura «rispetto alle non scelte del recente passato - proseguono - l’auspicio è che questo primo passo si concretizzi al più presto in Consiglio Regionale attraverso l’approvazione del disegno di legge e che la Regione si faccia carico di portare una problematica ormai indifferibile in seno alla Conferenza delle Regioni, affinché la questione della transizione energetica venga affrontata in modo equo e sostenibile, senza lasciare alcuno spazio alla speculazione e alla devastazione dei territori».
Si agli impianti di energie rinnovabili ma in aree idonee: «Chiediamo con forza l’applicazione del decreto legislativo 199 del 2021 cioè l’individuazione delle aree idonee e non per i parchi eolici e fotovoltaici, e anche il coinvolgimento delle comunità, comitati e associazioni nel completamento del Piano Paesaggistico Regionale per le aree interne, quella società civile finora esclusa dai processi decisionali e lasciata ai margini della politica attiva».