Emergenza benzina nell'isola"E' un'impresa fare il pieno"
In Sardegna scatta l'emergenza benzina: fare rifornimento, soprattutto a Cagliari e dintorni, è un'impresa. Le cause sono legate al recente sciopero contro l'Eni al petrolchimico di Porto Torres, con il blocco dei rifornimenti al deposito dell'AgipPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L'incubo di rimanere a secco accomuna ogni giorno che passa un nuovo esercito di automobilisti. E il primo week-end di agosto, nella Sardegna delle vacanze, si apre all'insegna dell'emergenza benzina. È l'effetto domino dello sciopero che a Porto Torres, dal 10 al 17 luglio, nell'ambito della vertenza per il futuro del petrolchimico, ha bloccato l'arrivo da Genova del carburante destinato, attraverso Agip, alla rete dei distributori del nord Sardegna. Una protesta forse sottovalutata dallo stesso Cane a sei zampe che, oggi, deve assicurare continuità alle pompe Agip di tutta l'Isola e non solo a quelle che, tradizionalmente, erano coperte dal deposito Eni di Sarroch.
I DISAGI Come si temeva, i disservizi nella distribuzione del carburante si stanno allargando a macchia di leopardo. Si salvano , per ora, le pompe a marchio Agip, ma molti gestori di altre insegne (come Esso, Ip, Tamoil, Erg e Q8), devono accontentarsi delle briciole. Un problema sollevato anche in Consiglio regionale da un'interrogazione di Mario Diana , capogruppo del Pdl. «Chiediamo 10 mila litri, arrivano cisterne con mille, duemila. Inaccettabile». Antonello Pili , della Faib Confesercenti, è polemico. «Capisco che Agip privilegi i distributori a marchio, ma il problema è grave e va risolto». Funziona così: la distribuzione è di fatto in mano ad Eni. Attraverso Agip, fornisce anche le altre insegne che, nel sistema distributivo, si chiamano permutanti . In pratica, quello che Agip eroga fuori dal suo circuito in Sardegna gli viene restituito nella penisola. Un sistema consolidato che, pare, verrà presto rivisto.
LA RAFFINERIA Nel mirino di molti, automobilisti sardi in testa, c'è la raffineria della Saras. Un due più due facile facile nell'immaginario collettivo ma, chiarisce Stefano Filucchi , responsabile delle relazioni esterne del gruppo della famiglia Moratti, «i nostri impianti sono in piena efficienza e stiamo fornendo tutti i giorni le assegnazioni pianificate da Eni». Filucchi spiega che la raffineria non commercializza al dettaglio il carburante, ma vende il prodotto a due clienti: Eni e Arcola, una società del gruppo Saras che però fornisce l'extrarete, ovvero piccoli depositi. «La raffineria», dice ancora Filucchi, «approvvigiona il deposito nazionale Eni di Sarroch secondo un programma concordato, che stiamo rispettando alla lettera». Filucchi, con assoluta disponibilità, cita i dati dell'ultimo bilancio Saras: nel 2008, sono state raffinate 15,5 milioni di tonnellate, con 113,3 milioni di barili, una media di 310.000 al giorno. In pratica, il 15% della capacità totale di raffinazione in Italia. «Da noi è tutto a posto», ribadisce Stefano Filucchi.
PORTO TORRES «La nostra protesta è nata dalla necessità di dare un segnale forte, alle istituzioni, all'opinione pubblica. Ma non siamo certo noi i responsabili dei disagi: lo sciopero», dice Giampiero Murgia della Femca Cisl, «era stato annunciato con ampio anticipo. Qualcuno lo ha sottovalutato». Dal 10 al 17 luglio le navi cisterna con il carburante destinato al nord dell'Isola, in partenza da Genova, hanno attraccato al pontile di Porto Torres, rifornendo i serbatoi di Polimeri Europa (gruppo Eni). Lo sciopero ha bloccato l'ultimo passaggio, quello al deposito Agip. La protesta è finita, ma una programmazione forse inadeguata a fronteggiare la situazione ha fatto scattare a fine luglio l'emergenza benzina in Sardegna. «Ma noi l'avevamo detto, in modo chiaro e per tempo», rilancia Giovanni Tavera della Uilcem. «Sia chiaro: se il piano industriale che Eni presenterà a settembre non sarà all'altezza, ci saranno molti altri segnali forti».
EMANUELE DESSÌ