La Sardegna sale dal quindicesimo al decimo posto con 406 reati (+172,5% sul 2022) nella classifica degli illeciti più diffusi sulle coste legati al cemento, secondo la classifica stilata nel report Mare Nostrum di Legambiente: un dossier col quale ogni anno l’associazione ecologista scatta la foto della aggressione criminale alle coste e al mare del nostro Paese». 

Cemento e coste

La notizia sull’Isola però, se si prosegue con l’analisi del documento, può essere letta in due modi. Il primo: in un anno è stato scoperto quasi il doppio dei reati (dall’abusivismo edilizio alle occupazioni illecite del demanio marittimo fino alle cave fuorilegge). Quindi l’attentato all’ambiente c’è. Ma potrebbe anche significare che sono aumentati i controlli, o sono diventati più efficaci. Tanto che, dice ancora Legambiente, la Sardegna «è anche la regione con più arresti (7) e la prima per valore delle sanzioni, superando abbondantemente i 7,6 milioni di euro».

Rifiuti e scarichi

Al cemento lungo le coste si “sommano” l’abbandono e gli smaltimenti illegali di rifiuti, gli scarichi in mare e la “mala depurazione”. Primo posto in classifica per illeciti di questo tipo, spetta alla Campania. La Sardegna sale in quinta posizione: era undicesima l’anno scorso. Succede «a causa dei 580 illeciti penali accertati da forze dell’ordine e Capitanerie di porto, con un balzo in avanti del 417,9% in un anno». I reati scoperti sono più che quadruplicati. 

Violazioni del codice della navigazione

Mentre il fenomeno della pesca illegale resta contenuto, per l’Isola Legambiente registra il boom di “Violazioni del codice di navigazione nautica da diporto”. La Sicilia svetta con 306 illeciti penali (+117%), seguita da Campania con 281 illeciti (+319,4%). Poi tocca alla Sardegna: scoperti 271 reati, con un + 1.593,8%: un dato quindici volte più alto rispetto all’anno precedente. Più controlli o più furbetti del mare?

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