È cominciata la protesta dei camionisti contro il caro carburanti. Gli autotrasportatori, con i loro mezzi, si ritrovano davanti a porti e zone industriali, hanno iniziato all’alba e andranno avanti a oltranza fino a quando, hanno annunciato, non arriveranno soluzioni da Cagliari o da Roma.

Lungo la Statale 131 procedono a passo d’uomo.

Sempre per motivi legati al prezzo del gasolio, sono in agitazione anche i pescherecci dello strascico della marineria di Porto Torres: rimarranno fermi, ancorati alla banchina del molo Segni.

I camionisti sono a Cagliari al porto storico (ingresso merci) e nello scalo industriale di Macchiareddu. Ma sono previsti presidi anche davanti alle zone industriali di Samatzai, Monastir, Villacidro e al porto di Oristano. E poi a Olbia, Isola bianca, a Nuoro a Pratosardo e nella zona industriale di Tossilo-Macomer.

Le risposte, avvertono autisti e camionisti, "devono essere fatti, non parole: taglio accise e prezzo del gasolio ribassato tenendo presente la media degli ultimi tre quattro anni". 

Nel capoluogo sardo sono venti i camion fermi al porto industriale e 40 all'ingresso del porto storico. “Così - spiega Annamaria Schirru, una delle referenti del movimento spontaneo nato sull'onda degli aumenti del carburante delle scorse settimane - non si può lavorare e andare avanti. Chiediamo immediate risposte del governo". Una delegazione di lavoratori è stata convocata in Prefettura forse per provare a trovare una soluzione. "Ci dispiace per il disagio - continua Schirru - ma è una protesta che può essere utile non solo per la nostra categoria, ma anche per le famiglie". I primi mezzi, una decina, sono arrivati all'ingresso di Cagliari dalle 6. Poi sono giunti i rinforzi da tutta l'area del Cagliaritano. Proteste simili in altre zone della Sardegna dai porti alle zone industriali. 

(Unioneonline/s.s.)

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