Pochi uomini e pochi mezzi e la polizia penitenziaria, «in quotidiano affanno», in Sardegna vive una stagione di grandi difficoltà. Il tutto, secondo la Confederazione sindacati penitenziari (Consipe), «grazie ad una politica miope dell'amministrazione penitenziaria e della giustizia minorile che», spiega il presidente Mimmo Nicotra, «hanno dimostrato di essere in grado di ricorrere unicamente a misure "tampone" in luogo di scelte funzionali e strutturate, per affrontare le croniche emergenze».

Una situazione di affanno che non ha giovato nemmeno del rinnovamento ai vertici delle direzioni: tre dei sei nuovi direttori, infatti, sono già dimissionari

«Non era certo sui dirigenti amministrativi penitenziari», aggiunge il numero uno di Consipe, «che si doveva scommettere per colmare i "buchi neri" della Sardegna, a fronte di molti istituti con ben 3-4 vice direttori forti di almeno 25 anni di servizio. Ciò che noi torniamo a chiedere è l'emanazione di un regolamento di servizio», conclude, «che fornisca autonomia operativa ai comandanti dei reparti del Corpo ed incentivi per i poliziotti penitenziari che prestano servizio in Sardegna».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata