Una gioia immensa. Così grande da essere quasi incontenibile. Due parole, solo due, pronunciate di getto per riassumere l’emozione: «Disperatamente felice». Così si racconta Viviana Lantini, l’assessora alle Politiche sociali scelta dal sindaco Paolo Truzzu per rappresentare il Comune nel giorno della festa dedicata a Sant’Efisio. È lei l’Alter Nos, sarà lei la seconda donna della storia a indossare il Toson d’oro e la fascia tricolore e, dunque, rappresentare, in un connubio ideale, l’autorità civile e quella religiosa.

Professione e fede

Sessantadue anni, medico per passione e primaria del pronto soccorso a Carbonia per meriti acquisiti sul campo, Viviana Lantini ha un segreto che si porta dentro, che non vorrebbe svelare, che è cresciuto dal giorno in cui Paolo Truzzu la convocò nel suo studio «per parlare d’altro» ma decise di comunicarle la sua decisione di nominarla Alter Nos. «Va bene», sussurra mentre l’emozione rende difficile la parola: «Sarò Alter Nos anche per lui, per mio marito morto di Sla durante i giorni del Covid. L’avevo sposato quando avevo venticinque anni».

La riservatezza

Quasi si scusa per i riferimenti strettamente personali, Lantini, ma è questa la sua vita nella quale ora ha fatto irruzione, inaspettata, l’investitura «che mi onora, mi rende felice ma anche mi impaurisce. È tutto talmente grande... Sto vivendo sentimenti contrastanti, gioia e paura per quello che mi aspetta e per quello che in quei giorni rappresenterò. Il sindaco mi ha detto che mi merito tutto questo, che io, anche per la professione di medico, rappresenterò la lotta al Covid, il lavoro di tutti i miei colleghi della sanità che hanno combattuto e ancora lo fanno, in prima linea, contro il virus».

L’entusiasmo scompiglia i pensieri. I concetti più seriosi. E allora nasce il racconto dei giorni della preparazione. «Già Quasimodo! Così si chiama. È il cavallo che mi metterà a disposizione l’Esercito per il Primo Maggio», racconta Lantini. Un Sauro da sella di 17 anni che accompagnerà l’Alter Nos durante la sfilata di Sant’Efisio. «Non che non c’ero mai salita in sella ad un cavallo. Nessun timore, amo molto gli animali e vado avanti tranquilla. Sto prendendo naturalmente lezioni da un’istruttrice di un maneggio di Medau su Cramu e martedì salirò in groppa a Quasimodo».

La religiosità

Cattolica praticante «con qualche rinuncia alla messa domenicale per via dei turni al Pronto soccorso di Carbonia», Lantini ammette di aver scoperto «un mondo magnifico, quello dell’Arciconfraternita. Provengo da un’altra parrocchia, quella di Santa Lucia, come da piccola frequentavo San Francesco. Adesso a Stampace ho davvero incontrato persone buone, impegnate, devote. Certo, per me e per la mia famiglia Sant’Efisio è stato da sempre un punto di riferimento, il giorno della festa la mia famiglia si riuniva, arrivavano i nonni da Isili e tutti insieme andavamo alla processione.

Nel cuore della festa

Ora quella sfilata non dovrà più vederla dal bordo strada, da postazioni di fortuna scelte sin dalle prime ore del mattino per poter acchiappare con lo sguardo il volto di Sant’Efis martire. Spiare le donne e gli uomini in costume, indicare col dito di bambina e poi di ragazza il gruppo di Isili, il paese di sua madre. Sarà lei, questa volta, a ritrovarsi dall’altra parte, nel cuore della festa. «Indosserò il mio abito da Alter Nos a casa, verranno a prendermi alle 7,30, alle 8 i mazzieri e insieme andremo alla semoleria per poi raggiungere il Palazzo per l’investitura. Da lì saliremo verso la chiesa di Sant’Efisio per assistere alla messa e poi sarà la festa».

Andrea Piras

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