Tre Regioni a rischio zona gialla tra una settimana: Sardegna, Sicilia e Veneto
La Regione chiede di cambiare i parametri sul calcolo dell’incidenza
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Sardegna, Sicilia e Veneto rischiano presto di entrare in zona gialla. Ma non da lunedì.
E’ quanto rivela un indicatore che tiene conto di nuovi casi e vaccinati in ciascuna Regione. Lo studio è dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma (Altems).
Attualmente, rileva il report settimanale, la regione con il maggiore rischio di entrare in zona gialla è la Sardegna, 32%, seguita da Sicilia (31) e Veneto (24). Poi Lazio al 20 con la Campania, Piemonte al 15 e Liguria al 12. La Regione col rischio inferiore è la Valle d’Aosta, 4%, seguita da Basilicata, Provincia di Trento e Puglia all’8. Il rischio medio nazionale di divenire gialli è attualmente pari al 18%.
Da lunedì nessuna Regione diventerà gialla, ma con il prevedibile e ulteriore incremento dei contagi delle prossime settimane i rischi cresceranno proporzionalmente. Secondo Altems l’Isola ha il 72% di possibilità di tingersi di giallo tra una settimana, praticamente la certezza tra due. La Sicilia tra una settimana rischia al 53%, il Veneto al 45%. E così via.
Un rischio di cui la Regione è ben consapevole, per questo sta chiedendo di cambiare i parametri e di non considerare per l’incidenza i soli residenti, visto il numero delle persone presenti nell’Isola in estate va almeno triplicato.
IL NUOVO INDICATORE – Le previsioni sono frutto di un nuovo indicatore che misura il rischio delle regioni di entrare in zona gialla considerando il numero di nuovi casi in un certo momento in una data Regione e allo stesso tempo il numero di persone vaccinate in quella Regione fino a quel momento. In sostanza pesa il numero di contagi con il numero di vaccinati perché un numero di contagi elevato in una regione con tanti vaccinati non dovrà preoccupare troppo.
Usando questo indicatore, afferma Altems, si riesce a mettere in atto azioni preventive prima ancora che le ospedalizzazioni aumentino. Infatti non sono le ospedalizzazioni in sé da tenere sotto controllo, perché agire quando le ospedalizzazioni sono già aumentate significa agire tardivamente, come è stato fatto nella seconda ondata lo scorso autunno.
"Alla luce delle evoluzioni degli ultimi giorni è indispensabile prevedere l'adozione di misure restrittive che però tengano conto del nuovo contesto legato all'avanzamento della campagna vaccinale che è diverso da Regione e Regione. Le soglie per l'ingresso nella zona gialla vanno quindi riviste e differenziate tra regioni perché è diverso l'avanzamento della campagna vaccinale nelle diverse Regioni", afferma Americo Cicchetti, direttore di Altems.
(Unioneonline/L)