Il cuore è in gola. Il fiato sospeso. Le vertigini della profondità infinita irradiano le pupille quando il cancello a sbarre scorre sotto la scritta "Rampa Tupeddu". Lula, entroterra vero della Sardegna. Miniera Sos Enattos, la porta più silenziosa per entrare nell'Universo. L'imbocco squadrato di questa discenderia mineraria rende l'orizzonte ancor più ignoto, più di quanto ogni fantascientifica illusione possa far immaginare. Le pareti si stringono, non solo per la prospettiva verso il buio. La roccia affiorante è come scolpita dall'incedere dell'uomo nelle viscere della terra.

Verso Lucifero

Da sempre, per i minatori di questo enclave minerario, la discesa verso Lucifero, via rampa o pozzo, è sempre stata sinonimo di "volate" esplosive. Boati infernali capaci di dilaniare la roccia più dura. Fronti d'attacco conquistati metro su metro, giorno per giorno, per strappare alle vene metallifere di galena e blenda, piombo, zinco e argento. Chiunque abbia osato avventurarsi in questo ginepraio di gallerie, incrociate e sovrapposte, ha toccato con mano, respirandolo, l'ignoto della terra. Sin da bambini, in un'Isola antica come la Sardegna, ti spiegano che sottoterra puoi incontrare acqua dolce e salata, metalli e pietre preziose. La miniera è la strada più a portata di mano per capire le capriole della terra, le ere geologiche, la stabilità delle nostre case. Puoi conoscere il buio vero, quello che si tocca con mano.

L'Oceano sotto terra

Mai e poi mai, però, la gente di miniera, e non solo, avrebbe potuto pensare che lì sotto, dove il sole non ha mai battuto e il vento mai soffiato, si potesse ascoltare il riverbero delle acque agitate dell'Oceano Atlantico che si infrangono contro le pareti rocciose dello Stretto di Gibilterra, a 1.400 km di distanza dal Mont'Albo. Eppure è quello che sta avvenendo in questa affasciante sfida spaziale nel profondo terrestre della Sardegna. Per noi comuni mortali è difficile immaginare che si debba andare nei luoghi più profondi della crosta terrestre, in questo caso nel cuore della Barbagia di Bitti, per ascoltare quello che succede nei luoghi più lontani dell'Universo. In questa miniera intrisa di sudore e fatica, respiro affannoso e duro lavoro, è iniziato uno degli esperimenti tecnico scientifici più esaltanti del terzo millennio, con la Sardegna protagonista. Del resto, non potevano farlo ovunque.

Figli di Einstein

Per intercettare le onde gravitazionali, quelle immaginate da Albert Einstein nella sua teoria della Relatività, dovevano per forza trovare il punto più silenzioso in assoluto al mondo. Un eremo muto, profondo e inimmaginabile. Silenzio non codificabile all'orecchio umano. Una purificazione infinita di qualsiasi soffio spaziale e terrestre per auscultare i sussulti più che remoti, oltre i pianeti conosciuti, nello spazio cosmico che si agita intorno all'Universo.

Trovato sul Mont'Albo

Da dieci anni i figli di Einstein, scienziati e ricercatori di tutto il mondo, inerpicano il cervello nelle vette più tortuose della fisica, per capire e intercettare i sospiri e le collisioni tra buchi neri e la massa cosmica a distanze nemmeno descrivibili, ben lontane anche dall'immaginazione della fantascienza più aggressiva. Cercavano in tutto il mondo un luogo dove il silenzio cosmico e quello sotterraneo potessero incrociarsi. L'hanno trovato. Qui, a Sos Enattos, comune di Lula, alle pendici del gigante calcareo del Mont'Albo.

Squilla il telefono

Ne è passato di tempo da quella telefonata ignota che ha fatto sussultare Luca Loddo, perito minerario, figlio dei pozzi, quelli del profondo Sulcis, ora direttore della Miniera di Lula in capo all'Igea. La voce forestiera anticipava l'arrivo sulla Bitti - Sologo di scienziati dediti alla ricerca del silenzio cosmico. Roba da far stralunare chiunque, ma non Mario Calia, sindaco minatore di Lula, uomo navigato, capace di fiutare un'opportunità irripetibile per la sua comunità e la Sardegna intera. Arrivano da ogni latitudine per sistemare nelle strade abissali di galena i sensori capaci di rilevare ogni sommovimento a migliaia di km. L'obiettivo è quello di misurare il silenzio. La capacità di quelle rocce di filtrare ogni minimo rumore per addentrarsi nella frequenze più basse dell'Universo.

Ascolta l'Europa

Ogni sensore collegato con fibra ottica ai laboratori di mezz'Europa. Protesi all'ascolto di ogni minino sibilo, per poterlo replicare al contrario e azzerarlo del tutto. Alla fine dopo tanto studiare gli scienziati hanno scelto di candidare due siti per realizzare la più grande infrastruttura al mondo per connettersi con l'ignoto dello spazio. In gara per la scelta finale c'è Sos Enattos a Lula. A contendere la nomination finale c'è il Limburgo, a cavallo tra Germania, Olanda e Belgio. I fisici scienziati che sovraintendono a questa missione hanno fatto scuola di fair play. Nessuno ti dirà esplicitamente che questo sito è migliore dell'altro. Nemmeno sotto tortura. Il codice deontologico recita: quando avremo i dati dei due siti ci siederemo tutti intorno ad un tavolo, li confronteremo e il risultato sarà oggettivo e super partes.

Fair play spaziale

Ci accompagnano in questo viaggio spedizione nell'abisso di Lula due degli scienziati in prima linea nel grande progetto di Einstein Telescope, il più grande misuratore gravitazionale al mondo che la comunità scientifica vuole realizzare proprio qui. Domenico D'Urso dell'Università di Sassari e Enrico Calloni della Federico II di Napoli, non parlano mai in prima persona, la sfida per loro è dell'intera comunità scientifica.

Decide il silenzio

Un dato, però, è certo: i siti blindati della ricerca scientifica mondiale hanno messo nero su bianco i primi report sul silenzio di Sos Enattos e di Limburgo. E il sito di Lula, dai primi dati ufficiali, sembra non avere rivali. In fondo ai pozzi, incastonata tra le rocce, una nuova rete di sismometri sotterranei sta monitorando il rumore sismico locale. Nei report del silenzio si scorge di tutto, compreso il primo lockdown che ha vertiginosamente fatto calare il rumore in tutta Europa. Per questo motivo l'autorevole e ampio schieramento scientifico a sostegno di Lula ha avviato l'esperimento Archimedes, insieme all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sezioni di Roma e Napoli, l'Università Federico II, La Sapienza di Roma, l'Università di Sassari, l'Istituto Nazionale di Ottica (CNR-INO), l'European Gravitational Observatory (EGO) e l'Aix-Marseille Université.

Come il Cern

Un passo avanti straordinario, perché a Sos Enattos si è passati dal progetto tecnico alla sperimentazione scientifica e fisica. Istituti di ricerca da tutto il mondo già chiedono di poter sperimentare dentro il silenzio cosmico alle pendici del Mont'Albo. Lula è già di fatto una sorta di Cern, il più grande laboratorio al mondo per l'acceleratore di particelle. A Ginevra il tunnel circolare è di 27 km e lo usano scienziati da tutto il mondo.

In punta di piedi

A Sos Enattos il triangolo sotterraneo avrà tre bracci lunghi 10 km ciascuno ad una profondità compresa tra 200 e 300 m. Nelle viscere della terra, tra Sos Enattos, Bitti e Onanì, bisogna entrare in punta di piedi, per ascoltare quello che succede nell'Universo. Ricerche e sperimentazioni di terza generazione che potrebbero mettere la Sardegna al centro del più grande progetto mondiale per lo studio delle onde gravitazionali. Un po' come andare oltre la Luna e Marte. Benvenuti a Rampa Tupeddu, la porta d'ingresso verso il silenzio cosmico.

Mauro Pili
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