L'ultimo intervento, questa volta, "solo" delle ambulanze, per occuparsi di due ragazzini ubriachi fradici. L'ennesimo episodio che ha creato tensione in piazza San Domenico dove i residenti si lamentano per i problemi creati da un gruppo di giovanissimi (alcuni, addirittura, under 14) che spesso lasciano tappeti di bottiglie rotte in terra e, talvolta, provocano risse (da poco è rimasto coinvolto anche un residente). Chi abita in zona si lamenta, annuncia esposti; le forze dell'ordine promettono di "attenzionare" ulteriormente la piazza.

La lettera

Ma c'è anche chi difende questi giovanissimi: quando, domenica, ha aperto il giornale, si è sentito toccato in prima persona. «I "miei" ragazzi una baby gang? Non scherziamo. Sono adolescenti meravigliosi, si può, si deve dialogare con loro». Così Fra Christian-M. Steiner, frate del convento di San Domenico, presidente del Centro domenicano di studi familiari e direttore dell'associazione familiare "Oltre la porta", si è seduto davanti al computer e ha scritto una lettera aperta all'assessora alle Politiche sociali Viviana Lantini proprio per difendere questi adolescenti e per fare proposte.

L'incontro

Lui, da qualche settimana, ha iniziato a dialogare con quel gruppo di ragazzi. Quando parla di loro, il volto di Fra Steiner si illumina. «Mi sono avvicinato a loro», racconta, «circa due settimane fa: rientravo a casa e ho sentito alcune bestemmie. Sono andato a parlare con loro per ascoltarli, per cercare di capirli». Ed è nato, racconta il frate, un rapporto meraviglioso. «La prima cosa che mi hanno chiesto era se avessi un profilo Instagram».

Il rapporto

Ma, soprattutto, ha funzionato per un'altra ragione. «Vogliono parlare con gli adulti ma nessuno li ascolta: la famiglia, la scuola, la Chiesa, la società civile, il Comune non presta loro attenzione». Senza aiuto nel momento in cui ne hanno più bisogno. «Vivono il periodo più importante della loro vita, la scoperta di se stessi, da soli». Una situazione che crea ansia e noia. «Ed è proprio per questo che combinano guai, si ubriacano, si drogano».

I racconti

Ma sono anche, sostiene il frate, ragazzi di cuore, di emozioni. «Avete mai ascoltato tutti i testi dei loro musicisti? Sono parole che "verbalizzano" i loro sentimenti. Ma hanno anche una grande fragilità emotiva a fronte, invece, di una marea di emozioni dalle quali vengono travolti». E lui li ascolta. «Senza che facessi loro domande, mi hanno parlato dell'Odissea, di Ulisse. Una splendida metafora del viaggio che stanno affrontando verso la vita». Ma non solo. «Mi parlano anche della loro vita sessuale».

I discorsi

Ragazzini in rivolta contro una società che non li ascolta. E, talvolta, la rivolta può assumere strane e inconsapevoli forme. «Più di una volta qualcuno di loro mi ha chiesto di essere benedetto. E lo hanno fatto sinceramente: sono in grado di riconoscere se qualcuno mi sta prendendo in giro». Sembra una strana richiesta. «Visto che si sentono non ascoltati, non "detti bene" dalla città, si fanno benedire da Dio». Ragazzi pieni d'amore ma inascoltati. «I due ubriachi di sabato? L'ambulanza è intervenuta perché, pur rischiando qualche conseguenza, è stata chiamata dagli amici. Uno di loro è caduto, sbattendo l'occhio; l'amico, nell'altra ambulanza, non pensava a sé ma alle condizioni del coetaneo».

La proposta

Ma come aiutare questi giovanissimi? «Accogliamoli, facciamoli ballare e cantare: metto a disposizione la scalinata della nostra chiesa. E creiamo un parlamento dei giovani per dare voce alle loro esigenze, talenti, indoli, aspirazioni».

Marcello Cocco

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