Domenica a Non è L'Arena ha fatto arrabbiare Giletti. Ettore Licheri, senatore sassarese del M5S e presidente della commissione Affari europei, ha ribadito che chi ha scritto la sentenza sulla scarcerazione del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria è un magistrato, non il ministro della Giustizia Bonafede. E il conduttore ha parlato di menzogne.

Cosa è successo?

«Guardi mi spiace solo che quell'ordinanza così profonda e illuminata nelle sue osservazioni, emessa dal Tribunale di Sassari e che peraltro non lesinava critiche sia al Dap sia al pensiero semplice del "tutti dentro", non interessasse a nessuno».

Giletti ha fatto un'inchiesta che ha portato alle dimissioni del direttore del Dap Francesco Basentini.

«Rattrista aver visto tutti quei magistrati ed ex magistrati lavarsi i panni in una trasmissione televisiva. Occorre da parte della magistratura un recupero culturale ed etico dei propri valori e una forte dissociazione dal sistema del "correntismo", dei favori e delle raccomandazioni».

Dalla Spagna arriva la notizia di un finanziamento al M5s da parte di Maduro.

«Sciocchezze. Il M5S spende 10 volte in meno delle altre forze politiche e al posto dei debiti di decine di milioni di euro che hanno i partiti, ha invece restituito 107 milioni allo Stato con i tagli degli stipendi e le rinunce ai finanziamenti pubblici.

Alessandro Di Battista e Beppe Grillo (Archivio L'Unione Sarda)
Alessandro Di Battista e Beppe Grillo (Archivio L'Unione Sarda)
Alessandro Di Battista e Beppe Grillo (Archivio L'Unione Sarda)

Al Movimento serve un congresso?

«Luigi Di Maio, allora capo politico, annunciò una convocazione degli Stati Generali. Ma c'è oggi una crisi che sta mordendo la carne viva del Paese, mettiamo a terra in fretta un piano di ricostruzione che restituisca il lavoro a milioni di italiani e poi riuniremo i nostri attivisti per un percorso che non è interrotto ma solo sospeso».

Di Battista lo chiede ora: lo scontro con Grillo farà deflagrare il Conte bis?

«Nessuno scontro. Grillo è il padre politico di Di Battista così come lo è di Di Maio, Fico e di tutti noi attivisti. Credo che Beppe abbia voluto indirizzargli un paternale rimbrotto per quelle stesse ragioni di opportunità che ho detto prima. Ma Alessandro resta un'importante risorsa del M5s».

Il presidente Conte dovrebbe iscriversi al M5s?

«Con lui in queste settimane abbiamo discusso tante cose e assicuro che in cima ai suoi pensieri non c'era l'iscrizione al Movimento 5 Stelle».

Anche in Sardegna si registra una certa litigiosità nel M5S.

«Siamo fatti così: poco allineati per vocazione, ci uniscono gli obiettivi, ci dividono le soluzioni per arrivarci. Aver realizzato uno Stato sociale che rafforza la sua presenza nella economia, che ha portato l'Europa piano piano verso i nostri ideali di solidarietà, non è stato facile. Ma se ciò è avvenuto è anche grazie alle nostre tumultuosità. Il gruppo regionale sta lavorando egregiamente, le individualità spariscono davanti ai risultati».

Come è stata affrontata l'emergenza Covid dalla Regione e da Solinas?

«Nessuno in quelle settimane ha invidiato il posto di Conte, né quello di Christian Solinas. Non è finita, dobbiamo riaccendere il motore dell'economia e lo potremo fare in Sardegna se saremo bravi ad usare le leve che il governo ci ha fornito: ad esempio, il superbonus per la ristrutturazione edilizia e la digitalizzazione delle aziende sarde attraverso il patto per l'export firmato dal ministro Di Maio. Non dimentichiamolo, il brand Made in Sardinia è il secondo brand più forte in Italia».

Roberto Murgia

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