Sono rientrati al lavoro i medici non vaccinati, non esiste più lo stato di emergenza, le restrizioni sono solo un brutto e lontano ricordo. Ma in ospedale, a Cagliari,  le cure vengono negate a causa del Covid. «Per questo la gente muore più di prima, perché i pazienti non vengono presi in  carico»: Francesca Polidetti è la figlia di Maria Assunta Durzu, 67 anni, che aveva una gastroscopia  fissata per l’11 novembre, al Santissima Trinità.  Il 9 si è sottoposta a tampone preventivo: è risultata positiva. 

«Per ovvi motivi la visita dell’11 è saltata e, benché mia madre sia risultata negativa al tampone eseguito in farmacia il 14», racconta la figlia, «le è stato comunicato telefonicamente che la visita non potrà essere riprogrammata prima di un mese o addirittura un mese e mezzo dall’ultimo tampone negativo, in quanto è prassi dell’ospedale non far accedere in reparto pazienti che siano stati positivi al Covid prima che sia trascorso questo tempo».

Una misura non prevista da alcun protocollo. La gastroscopia, però, è urgente: «L’abbiamo segnalato. Ci è stato detto di rivolgerci a un’altra struttura. Ma anche a voler seguire questo consiglio», spiega Polidetti, «la prima visita disponibile in convenzione è a luglio 2023». La famiglia se le può permettere: si rivolgerà a un centro privato.

Ma non può mancare una riflessione: «A questo punto ci chiediamo come sia possibile, a distanza di più di due anni dall’inizio della pandemia e dopo la riammissione in servizio di medici non vaccinati, che una paziente non possa effettuare una visita in un reparto ospedaliero, nonostante sia vaccinata anche con la quarta dose e risulti ormai negativa al Covid-19», si domanda la figlia della paziente, «la mia famiglia e io vorremmo conoscere le ragioni medico-scientifiche poste alla base di una simile decisione della struttura ospedaliera e capire se questo trattamento venga riservato solo ai pazienti o anche al personale sanitario che lavora in ospedale, che in tal caso verrebbe riammesso in servizio non prima di un mese e mezzo dall’ultimo tampone negativo. L’unica certezza che abbiamo al momento è che mia madre non morirà di Covid che le ha procurato un semplice raffreddore per circa tre giorni», è l’amaro pensiero, «ma potrebbe avere una grave patologia non diagnosticata che da mesi le procura disturbi al sistema gastrointestinale». 

Una mail con il dettagliato racconto della vicenda è stata inviata anche ad Ares e all’assessorato alla Sanità: «Aspetto che mi rispondano», conclude Polidettti, «ma  non ci spero». 

Enrico Fresu

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