Chi scrive contro il patron del Cagliari Tommaso Giulini, chi insulta categorie sociali oppresse, chi copre tutto di nero.

Rivendicazioni e insulti riempiono i muri della Galleria del sale, la prima d'arte contemporanea a cielo aperto di Cagliariun museo che raccoglie murales realizzati negli anni da artisti di fama internazionale.

Ben nove le opere rovinate, come quella di Lorenzo Murgia, giovane talento isolano: “Il fatto che la mia opera sia stata dipinta di nero non mi turba più di tanto – commenta - mi piace l’idea di stratificare e aggiornare, semplicemente ciò che non capisco è sia il criterio che porta a coprire di nero, sia quello che porta a coprire alcune scritte, altre no".

Coinvolto nel 2021 a dipingere su una superficie complessa quale quella delle scale che collegano lo stadio al passaggio pedonale che arriva dalla fiera, Murgia è il primo di una serie di artisti che saranno prossimamente impegnati nella ristrutturazione delle opere.

"Proveremo a ridare una destinazione artistica a quei muri e non di propaganda politica o tifoseria - spiega Daniele Gregorini, curatore della Galleria - non vogliamo però condannare chi si promette amore eterno su un muro, piuttosto ragionare e spingere alla riflessione attorno al concetto di muro come bene comune: invitiamo chiunque quando sceglie di operare su una parete a ragionare attorno al fatto che quel luogo è di tutti, bisogna essere consapevoli della ricaduta collettiva di ogni azione; nel tempo abbiamo avuto varie interazioni con le opere, anche delle persone senza fissa dimora hanno scelto con un pennarello di dialogare con alcuni murales. L’intenzione dell’artista - conclude Gregorini - è fare un’opera per l’umanità, è quasi un atto altruistico di conseguenza mi chiederei quale sia la ricaduta comunitaria di quel genere di scritte e della censura in nero. Perché è stato fatto?".

(Unioneonline/D)

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