La storia del “Maradona delle carceri”. La rinascita di Fabrizio Maiello – dal piano per rapire il bomber sardo, Gianfranco Zola, a testimonial per detenuti – è arrivata in Sardegna.

Stamattina, Maiello ha raccontato il suo vissuto, segnato da azioni criminali, ma anche da un percorso di riscatto e di amore per gli altri, alle studentesse e agli studenti di alcune scuole cagliaritane per trasmettere loro la sua esperienza e ispirarli a fare lo stesso.

Ospite di suor Silvia Carboni e di Don Walter Onano, stasera sarà al Foyer del Teatro Massimo. Domani, invece, al carcere minorile di Quartucciu e a Monserrato. E domenica assisterà alla gara tra Cagliari e Bologna nella Curva Futura dell’Unipol Domus.

Ospite anche di Mariangela Lampis a “La Strambata” su Radiolina, Fabrizio Maiello ha espresso il desiderio di incontrare il bomber di Oliena, Gianfranco Zola, per chiedergli scusa solo per aver pensato, trent’anni fa, di poterlo rapire. Ma il piano cambiò improvvisamente quando i suoi occhi incrociarono quelli del calciatore, al quale chiese l’autografo che si fece fare nella carta d’identità.

«Sono cambiato, sono un uomo diverso, il pallone mi ha salvato», ha detto con gli occhi lucidi.

Oggi, dopo anni trascorsi nell’ospedale psichiatrico giudiziario, è un uomo libero, 59 anni, è un attivista contro le mafie, racconta la sua storia ai giovani attraverso progetti di legalità.

Appassionato di calcio, ha dovuto interrompere la sua carriera a causa di un infortunio al ginocchio, non aveva un piano B e questo lo ha portato sulla strada della criminalità, con rapine, droga e carcere.

Entrato a far parte della nazionale sacerdoti è il bomber della squadra. Inoltre, l’8 settembre, in onore della natività della Beata Vergine Maria, per il terzo anno consecutivo, ha percorso le vie del centro storico di Reggio Emilia per stabilire il nuovo record di un’ora consecutiva di palleggio. 

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