«Ilaria vuole un'Europa senza destra fascista o nazista al potere. Per questo è andata in Ungheria a protestare in occasione del Giorno dell'onore. Lei ritiene che sia necessario agire contro queste derive, queste recrudescenze del passato». Sono le parole di Roberto Salis, padre di Ilaria, a Cagliari per la campagna elettorale a sostegno della figlia, candidata nel collegio delle isole con Alleanza Verdi e Sinistra.

Un rapporto stretto con la Sardegna, quello della donna: «Da quando era bambina Ilaria viene in Sardegna a trascorrere le vacanze. L'ultima volta»,  ricorda il genitore, «sei mesi prima dell'arresto, siamo andati in giro per l'isola in moto insieme». 

Roberto Salis definisce anche «vergognoso che sia stato rivelato il domicilio di Ilaria». Parla del caso scoppiato dopo che lei ha lasciato il carcere, sedici mesi dopo l’inizio della carcerazione. 

«L'ambasciatore italiano», prosegue il padre, «mi ha riferito di aver avuto ampie garanzie dal ministro ungherese sulla riservatezza del domicilio. Così non è stato. E allora i casi sono due: o il governo italiano non è capace di farsi sentire da un governo ungherese amico, altrimenti non posso che pensare a una vera e propria intimidazione nei confronti di una candidata al parlamento europeo».

Secondo il genitore «Ilaria è  vittima di un processo politico, un'antifascista che è stata carcerata ingiustamente ed è stata vittima di torture per trentacinque giorni, un periodo di detenzione durissimo senza alcun aiuto, se non bassissimo, dell'ambasciata italiana». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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