Covid, con i turisti nuovo picco di casi: «Fragili a rischio»
Nella Città Metropolitana di Cagliari l’incidenza più alta d’Italia nell’ultima settimanaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Stai a casa se sei malato; fai il test e contatta il tuo medico per avere assistenza; vaccìnati, specialmente se fai parte di un gruppo a rischio; ventila gli ambienti; indossa la mascherina in presenza di altri». Sono le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità in risposta all’aumento dei casi di Covid registrati nelle ultime settimane a tutte le latitudini.
L’impennata si è registrata anche da noi: secondo l’aggiornamento del ministero, nella settimana appena terminata Cagliari e città metropolitana hanno registrato l’incidenza più alta d’Italia, 140 contagi ogni centomila abitanti.
«Era previsto un picco a Ferragosto, per via del grande movimento di persone, dell’arrivo di tanti turisti, dei grandi afflussi in ambienti chiusi come gli aeroporti: situazioni che fanno aumentare i contatti e la diffusione di un virus che non è mai scomparso, anche perché non c'è nessun tipo di misura che possa contenere il fenomeno», spiega Ferdinando Coghe, direttore del Laboratorio analisi chimico cliniche e Microbiologia dell’Aou di Cagliari.
Interviene il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento: «A morire di Covid sono ormai le persone che hanno più di 90 anni, ma la maggior parte di queste è ricoverata nei reparti ordinari, non nelle terapie intensive. Molti dei pazienti over 90 non manifestano eventi acuti o sintomi clinici gravi tali da giustificare un ricovero in terapia intensiva, ma questo non significa che non siano a rischio di un’evoluzione sfavorevole della malattia», osserva il medico.
Sulla situazione “esplosiva” nei Pronto soccorso, dove chiaramente arrivano anche molti pazienti con il Covid («occasionalmente contagiati che in linea di massima vengono per altri motivi») e capita che debbano aspettare anche giorni prima di essere ricoverati, il dottor Coghe sottolinea che allo stato attuale «c’è una iper domanda, una richiesta esagerata di assistenza che arriva dal territorio, che determina uno stato di sofferenza. Per quanto ci riguarda, abbiamo fatto tutto quello che potevamo, anche con l’assunzione di personale, ma purtroppo se i pazienti raddoppiano o triplicano, con un numero di posti letto controllato, pur cercando di aggiungerne qualcuno non possiamo fare più di tanto».